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L'Oro si conferma a ridosso dei 2.500 dollari aspettando Jackson Hole

Finanza
L'Oro si conferma a ridosso dei 2.500 dollari aspettando Jackson Hole
(Teleborsa) - Pur avendo marginalmente corretto dai nuovi massimi storici di 2.549 dollari l'oncia, il prezzo dell'oro viaggia ancora a cavallo della soglia dei 2.500 dollari l'oncia: dopo un massimo di giornata a 2.508 dollari, la valutazione si è portata a 2.492,13 USD (-0,6%) a un paio d'ore dall'avvio di Wall Street. Ma cos'è che tiene alto il valore del metallo prezioso?

Indubbiamente, a sostenere le quotazioni concorrono sia fattori psicologici legati al rischio geopolitico, sia motivazioni più strettamente economiche, legate all'andamento dell'economia USA ed alla strategia politica della Fed.

Quanto alle incertezze geopolitiche, le due guerre nell'Est europeo e in Medioriente hanno contribuito a mantenere elevate le quotazioni die cosiddetti beni rifugio nell'ultimo paio d'anni, in primis l'oro, ma anche il dollaro e lo yen.

Sul fronte economico, la resilienza dell'economia USA e la politica monetaria restrittiva della Federal Reserve avevano frenato gli slanci rialzisti del metallo, in attesa di una svolta arrivata nel corso della primavera. Svolta si fa per dire, perché la banca centrale USA non è ancora intervenuta sui tassi d'interesse che restano sui massimi storici del 5,25-5,50%. Il cambio di passo, molto probabilmente avverrà a settembre, quando la Fed taglierà per la prima volta il costo del denaro di un quarto di punto e, forse, sarà anche l'unico intervento del 2024.

Per capire come si muoverà l'Istituto guidato da Jerome Powell occorrerà attendere la fine di questa settimana, quando il simposio delle banche centrali di Jackson Hole, ospitato dalla Fed di Kansas City in Wyoming, offrirà maggiori certezze sui prossimi passi della Fed. IL Presidente Powell sarà fra gli ultimi ad intervenire, venerdì alle ore 16.

Frattanto, l'economia USA non ha dato segnali confortanti. Gli ultimi dati sull'avvio cantieri e sulle vendite al dettaglio hanno confermato la probabilità di una recessione: i nuovi cantieri sono diminuiti del 6,8% a luglio a 1,238 milioni di unità rispetto all’aumento dell’1,1% di giugno, il livello più basso dal 2020.
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