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BCE: rischi per crescita orientati verso il basso, inflazione potrebbe sorprendere

Il Bollettino economico di Francoforte

Finanza
BCE: rischi per crescita orientati verso il basso, inflazione potrebbe sorprendere
(Teleborsa) - I rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso, mentre l'inflazione potrebbe collocarsi su livelli più elevati di quanto previsto se i salari o i profitti aumentassero più delle attese. Lo afferma la Banca centrale europea (BCE) nel suo Bollettino economico.

In particolare, l'espansione dell'area dell'euro risentirebbe di un indebolimento dell'economia mondiale o dell'acuirsi delle tensioni commerciali tra le maggiori economie. La guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente rappresentano significative fonti di rischio geopolitico. Ciò potrebbe indurre una perdita di fiducia riguardo al futuro in famiglie e imprese e produrre interruzioni negli scambi internazionali. L'espansione economica potrebbe inoltre risultare più contenuta se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese. Potrebbe invece risultare superiore se l'inflazione diminuisse più rapidamente del previsto e se l'incremento della fiducia e dei redditi reali comportasse aumenti della spesa maggiori di quanto anticipato, oppure se la crescita dell'economia mondiale fosse più forte delle aspettative.

I rischi al rialzo per l'inflazione provengono invece dalle accresciute tensioni geopolitiche, che potrebbero far aumentare i prezzi dell'energia e i costi di trasporto nel breve periodo e causare interruzioni nel commercio mondiale. Inoltre i fenomeni meteorologici estremi, e più in generale il dispiegarsi della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari. Per contro, l'inflazione potrebbe sorprendere al ribasso se la politica monetaria frenasse la domanda più di quanto atteso o nel caso di un deterioramento inaspettato del contesto economico nel resto del mondo.

Per quanto riguarda le condizioni finanziarie e monetarie, la BCE spiega che la riduzione dei tassi di riferimento di giugno si è trasmessa in modo ordinato ai tassi di interesse del mercato monetario, mentre le condizioni finanziarie più generali hanno mostrato una certa volatilità. I costi di finanziamento rimangono restrittivi, giacché i passati incrementi dei tassi di riferimento continuano a esercitare i loro effetti lungo la catena di trasmissione.

Nell'analisi del mercato finanziario viene fatto notare che l'aumento dei differenziali di rendimento dei titoli di Stato francesi, saliti di 22 punti base dopo le elezioni, si è inizialmente trasmesso ad altri emittenti sovrani dell'area dell'euro, mentre il differenziale dei titoli di Stato tedeschi è diminuito per effetto dei flussi verso attività ritenute maggiormente sicure. Alla fine del periodo in esame le variazioni subite dai titoli di Stato di altri emittenti dell'area si erano sostanzialmente riassorbite: il differenziale di rendimento dei titoli di Stato italiani era inferiore di 3 punti base, quello dei titoli di Stato tedeschi permaneva invariato e le oscillazioni segnate dai titoli degli altri emittenti sovrani altrettanto trascurabili.

Le nuove informazioni disponibili indicano che nel secondo trimestre l'economia dell'area dell'euro è cresciuta, seppur a un ritmo probabilmente inferiore rispetto al primo trimestre. I servizi continuano a trainare la ripresa, mentre la produzione industriale e le esportazioni di beni risultano deboli. Gli indicatori relativi agli investimenti segnalano una crescita modesta nel 2024, in un contesto di accresciuta incertezza. In prospettiva, ci si attende che la ripresa sia sostenuta dai consumi, sospinti dal rafforzamento dei redditi reali derivante dal calo dell'inflazione e dall'incremento dei salari nominali. Inoltre, le esportazioni dovrebbero aumentare a fronte della crescita della domanda mondiale. In conclusione, la politica monetaria, col tempo, dovrebbe esercitare un effetto frenante meno incisivo sulla domanda.

Il mercato del lavoro continua a evidenziare una buona tenuta. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 6,4 per cento a maggio, confermandosi al livello più basso dall'introduzione dell'euro. L'occupazione, cresciuta dello 0,3 per cento nel primo trimestre, è stata sostenuta da un'ulteriore espansione delle forze di lavoro, che hanno registrato lo stesso tasso di crescita. È probabile che nel secondo trimestre si siano creati più posti di lavoro, principalmente nel settore dei servizi. Le offerte di lavoro proposte dalle imprese si stanno gradualmente riducendo, seppur a partire da livelli elevati.

La BCE si attende che l'inflazione oscilli intorno ai livelli attuali per il resto dell'anno, in parte a causa degli effetti base connessi all'energia, per poi scendere approssimandosi all'obiettivo nella seconda metà del prossimo anno, in conseguenza della più debole crescita del costo del lavoro, degli effetti della politica monetaria restrittiva perseguita dal Consiglio direttivo e del venir meno dell'impatto del passato aumento dell'inflazione. Le misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine sono rimaste sostanzialmente stabili, collocandosi prevalentemente intorno al 2 per cento.

Il Consiglio direttivo della BCE accoglie con favore i recenti orientamenti della Commissione europea che invitano gli Stati membri dell'UE a rafforzare la sostenibilità dei conti pubblici, nonché la dichiarazione dell'Eurogruppo sull'orientamento delle politiche di bilancio per l'area dell'euro nel 2025. La piena e tempestiva attuazione del nuovo quadro di governance economica dell'UE aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/PIL.
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