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Svimez, Mezzogiorno rialza la testa e cresce più del Centro-Nord

Il PIL del Sud fa segnare un +1,3% più alto della media nazionale (+0,9%)

Economia, Macroeconomia
Svimez, Mezzogiorno rialza la testa e cresce più del Centro-Nord
(Teleborsa) - Nel 2013 il Sud è cresciuto più del Nord, mentre il Centro ha evidenziato una sostanziale stagnazione. Lo rivela l'ultimo rapporto di SVIMEZ, che stima una crescita del PIL dell’Italia a +0,9%, in decelerazione rispetto al +4% del 2002, ma comunque al di sopra della media europea (+0,4%).

La dinamica del prodotto è stata eterogenea tra macro-aree e regioni italiane. - spiega SVIMEZ - Nel 2023, la crescita del PIL delle regioni meridionali (+1,3%) è stata superiore a quella del Nord-Ovest (+1%), del Nord-Est (+0,9%) e del Centro (+0,4%) . Il Sud non cresceva più del resto del Paese dal 2015 (+1,4% contro il +0,6% del Centro-Nord).

Anche la dinamica occupazionale si è mostrata più favorevole al Sud. Gli occupati nel Mezzogiorno sono aumentati del 2,6% su base annua, più che nelle altre macro-aree e a fronte di una media nazionale del +1,8%.

A livello regionale, si segnala la forte crescita di Piemonte (+1,2%) e Veneto (+1,6%). In Piemonte la crescita è stata trainata dall’andamento relativamente favorevole dell’industria in senso stretto (+1,7%) e dei servizi (+1,3%); buona in Veneto la crescita delle costruzioni (+4,7%) e dei servizi (+2,3%), trainati dal buon andamento del turismo (la regione ospita quasi il 16% delle presente turistiche nazionali). Il dato della Lombardia (+0,9%) invece è stato influenzato dal calo registrato nel comparto industriale (-2,5%), uno dei più forti tra le regioni centro-settentrionali, sul quale ha inciso il dato deludente dell’export (+1,2%). Anche un’altra "export-economy" del Paese, l’Emilia-Romagna (PIL +0,6%) ha subìto la frenata del commercio estero e più in generale il rallentamento dell’economia tedesca, in stagnazione nel 2023. Tre regioni italiane registrano nel 2023 un dato negativo di andamento del PIL: Toscana (-0,4%), Marche e Friuli-Venezia Giulia (-0,2%).

Costruzioni forti, agricoltura impattata dal clima


La crescita più accentuata del PIL meridionale è stata sostenuta soprattutto dalle costruzioni (+4,5%, quasi un punto percentuale in più della media del Centro-Nord), a fronte di una più contenuta contrazione del comparto industriale (-0,5%) e di una crescita dei servizi dell’1,8%. Per quanto riguarda la debolezza del Centro, fanalino di coda in Italia, è stato condizionato dal calo del valore aggiunto industriale, più che doppio rispetto alla media nazionale (-2,6% rispetto al -1,1% del dato italiano) e da una crescita dei servizi più bassa della media nazionale (+1,1% contro il +1,6% della media nazionale), che ha sterilizzato la buona dinamica delle costruzioni (+6,2%). Nel Nord-Ovest la crescita del PIL è stata condizionata dal calo del valore aggiunto industriale (-1,4%) e dalla crescita molto più contenuta della media nazionale delle costruzioni (+2,5%), mentre nel Nord-Est, è stata soprattutto la dinamica piatta del valore aggiunto industriale a contenere la crescita del PIL.

I fattori climatici avversi che hanno caratterizzato gran parte dell’anno hanno penalizzato l’agricoltura. Il valore aggiunto del comparto è diminuito in tutte le ripartizioni del Paese, con l’eccezione del Nord-Ovest (+6,4% dopo la forte flessione del 2022): -6,1% nel Centro, -5,1% nel Nord-Est, -3,2% nel Mezzogiorno. Il risultato è anche dovuto al diverso contributo della domanda estera: al Centro-Nord, lo stallo dell’export (-0,1% sul 2022) ha privato le economie locali di un tradizionale traino nelle fasi di ripesa ciclica. Al Sud, viceversa, l’incremento delle esportazioni di merci, al netto della componente energetica, si è portato al +14,2% (+16,7% i beni strumentali; +26,1% i beni non durevoli).

Investimenti sostengono il Sud

Sulla crescita del PIL del Mezzogiorno ha inciso anche l’avanzamento degli investimenti pubblici, cresciuti del 16,8% al Sud, nel 2023, contro il +7,2% del Centro-Nord.

Nel complesso delle regioni meridionali gli investimenti in opere pubbliche sono cresciuti da 8,7 a 13 miliardi tra il 2022 e il 2023 (+50,1% contro il +37,6% nel Centro-Nord), grazie agli investimenti del PNRR e dei fondi europei di coesione.

"Intervenendo in un contesto nel quale le costruzioni contribuiscono in maniera significativamente più rilevante alla formazione del valore aggiunto, gli investimenti in opere pubbliche hanno generato effetti espansivi più intensi al Sud", spiega SVIMEZ che stima in particolare un contributo della maggiore spesa in investimenti pubblici (PNRR e altri investimenti) alla crescita del PIL del Mezzogiorno del 2023 pari a circa mezzo punto percentuale (il 40% circa della crescita complessiva).

Viceversa, la spesa pubblica per incentivi alle imprese è cresciuta del 16% al Sud, dieci punti percentuali in meno rispetto al Centro-Nord (+26,4%), riflettendo la minore capacità del tessuto produttivo meridionale di aggiudicarsi gli incentivi per l'ammodernamento tecnologico e digitale finanziati dal PNRR.

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