(Teleborsa) - Nel 2021 solo la
Grecia ha speso più dell'
Italia per pagare le
pensioni. La quota italiana di PIL dedicata alle pensioni è arrivata al 16,3%, solo 0,01 p.p. dietro a quella greca. È quanto segnala l'
Eurostat. Nei paesi dell’UE sono stati spesi circa 1.882 miliardi di euro per le pensioni , ovvero il 12,9% del prodotto interno lordo (PIL) totale. Sebbene la
spesa pensionistica totale sia aumentata del 2,8% rispetto al 2020, il suo rapporto con il PIL è stato inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto al 2020, quando era pari al 13,6%.
L’importanza relativa della spesa pensionistica varia notevolmente tra i paesi dell’UE nel 2021. Dietro a Grecia e Italia troviamo infatti
Austria (15,0%) e
Francia (14,9%). In fondo alla classifica, invece, della scala, i rapporti più bassi sono stati osservati in
Irlanda (4,5% del PIL),
Malta (6,4%),
Ungheria (7,0%) e
Lituania (7,1%).
Nel 2021, il 27,2% della popolazione dell’UE era beneficiaria di pensione. Se si considerano le diverse categorie pensionistiche, le pensioni di
vecchiaia rappresentano di gran lunga la categoria più numerosa nell'UE, rappresentando il 79,9% di tutta la spesa pensionistica e l'80,3% dei beneficiari. Le pensioni ai
superstiti costituiscono la seconda categoria più importante, rappresentando il 12,0% della spesa e il 21,3% dei beneficiari, seguita dalle pensioni di
invalidità (7,9% della spesa e 12,2% dei beneficiari) e dalle pensioni di
disoccupazione (0,2% della spesa e 0,1% dei beneficiari).
Frattanto,
l'INPS ha aggiornato il simulatore della pensione “Pensami" che incorpora le nuove regole della legge di Bilancio: uno shock per
chi oggi ha 30 anni perché
non andrà in pensione prima dei 70 anni. Ovviamente occorrono anche delle condizioni: che abbia versato almeno 20 anni di contributi e maturato un assegno superiore a tre volte l’importo mensile dell’assegno sociale nel 2024, vale a dire oltre 1.600 euro. In caso contrario si andrà in pensione a 74 anni.