(Teleborsa) - In Italia le nuove imprese nei settori a tecnologia avanzata sono poche e mostrano una capacità limitata di crescere e di affermarsi. La legge sulle start up del 2012 ha introdotto semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali per la creazione di imprese innovative. E' quanto sottolineato dal Governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta, nelle sue considerazioni finali in occasione della presentazione della relazione annuale sul 2023.
Rimane fondamentale la spinta di investitori in grado di selezionare e finanziare iniziative rischiose ma con elevato potenziale di crescita. È questo il ruolo dei fondi di venture capital - ha rilevato Panetta - ma in Italia l’attività di venture capital è sottodimensionata, con un flusso di investimenti annuo tra 0,5 e 1,5 miliardi nel triennio 2021-23, un valore cinque volte inferiore rispetto a Germania e Francia. Gli operatori nazionali sono anch’essi pochi e di piccola dimensione.
Il basso sviluppo del settore - ha spiegato - riflette in parte il ritardo con cui questa attività si è avviata nel nostro paese. Pesano la contenuta articolazione del mercato borsistico e la limitata dimensione media delle imprese, che rendono difficile quotare le aziende finanziate o cederle ad altre più grandi una volta completata la fase iniziale di crescita.
Il venture capital trarrebbe beneficio da un maggiore coinvolgimento degli investitori istituzionali: se assicurazioni e fondi pensione investissero nei fondi nazionali una quota dell’attivo pari a quella della Francia, la raccolta raddoppierebbe. La crescita può essere inoltre favorita dalla rimozione di ostacoli normativi.
La Banca d’Italia - ha assicurato - si adopererà perché l’attuazione della legge delega di riforma del Testo unico della finanza sia l’occasione per valutare una semplificazione dei relativi obblighi.