(Teleborsa) - Per la realizzazione del
Piano di Ripartenza elaborato da
Acciaierie d'Italia per lo stabilimento
Ex Ilva di Taranto saranno stanziati con il DL Agricoltura ulteriori
150 milioni di euro. Lo ha annunciato il Commissario Straordinario
Giancarlo Quaranta questa mattina a Palazzo Carpegna in audizione presso la 9° Commissione (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato in relazione alle sezioni del DL Agricoltura riguardanti proprio l'impianto pugliese.
“L’impegno di ADI in AS punta a ristabilire produzione, affidabilità e qualità dell’impianto Ex Ilva di Taranto come obiettivo cruciale per garantire l’operatività anche degli altri impianti legati al ciclo produttivo. A questo proposito le risorse derivanti dal patrimonio destinato di 150 milioni di euro saranno indirizzate alla realizzazione del Piano di Ripartenza elaborato dall’azienda con il fine di consentire, da un lato, la
ripresa produttiva dello stabilimento e, dall'altro, garantire l'esecuzione dell'
attività di manutenzione volte a ristabilire sicurezza e continuità nei livelli produttivi dell’impianto oltre ad assicurare l'occupazione dei diretti dell'Acciaieria”, ha spiegato l’ingegner Quaranta.
Quaranta ha poi fatto sapere che è stato prorogato fino al 2030 il
contratto di affitto, in scadenza il 31 maggio 2024, tra ex Ilva in amministrazione straordinaria e Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. L'azienda potrà ora "continuare a gestire gli impianti dal punto di vista industriale", ha sottolineato Quaranta.
“Abbiamo definito un
piano industriale che opera nella direzione di poter dimostrare che quanto preventivato come valore del
prestito ponte di 320 milioni potrà essere restituito dall’azienda. In qualità di Commissari, il nostro ruolo è quello di ristabilire le condizioni per creare valore all’impianto. Abbiamo trovato un’azienda che su tre altoforni ne aveva solo uno operativo. Immaginiamo di recuperare un secondo altoforno per poterlo porre in marcia al termine della stagione estiva”, ha aggiunto.
"La liquidità è necessaria a rimettere in piedi un gigante che ora è fermo e renderlo vendibile agli occhi delle holding interessate. Piano di riconversione, nuovi cicli produttivi, se l'opera dei commissari sarà efficace, saranno le sfide future che ci vedranno coinvolti e saranno affrontate con chi erediterà gli stabilimenti alla fine di questa lunga e intricatissima vertenza che dura oramai da più di quattordici anni", ha dichiarato segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto-Brindisi,
Biagio Prisciano, intervenuto anche lui in audizione.
“Bene questi ulteriori 150 milioni stanziati dal Governo ma non è con gli spot che garantiamo la ripartenza degli impianti. Servono risorse maggiori e immediate per agire sugli impianti e per mettere in sicurezza i lavoratori e l’ambiente e serve far ripartire la discussione su piano industriale e decarbonizzazione – ha commentato in una nota
Loris Scarpa, coordinatore nazionale Siderurgia per la Fiom-Cgil.
"Non siamo d’accordo che in caso si manifesti un affittuario che voglia comprare, possano venir meno, in caso di urgenza della vendita, i principi previsti per le
amministrazioni straordinarie riguardanti l’integrità dei complessi aziendali né tantomeno le garanzie sui livelli occupazionali, garanzie che possono essere mantenute se c’è capitale pubblico nelle aziende di interesse strategico – ha aggiunto –. Come Fiom riteniamo inutile se non pericoloso l’articolo 15, comma 2 del Disegno di legge sulle
aziende di interesse strategico e riteniamo che in questa fase mini i rapporti sindacali e industriali che si stanno ricostruendo dopo la disastrosa gestione precedente".
"Comunque, l’accordo del 2018 che legava la crescita degli
occupati a quella dei
volumi per noi rimane un cardine e non si mette in discussione. Sull’ex Ilva, visti gli errori del passato, non si può avere fretta di vendere, non basta scaricare l’azienda a qualcuno, i lavoratori meritano la loro dignità", ha concluso.