(Teleborsa) -
Seduta da dimenticare per TIM, che nell'ultima mezz'ora di seduta perde ulteriore terreno rispetto all'importante rosso che stava segnando fin dall'apertura. Notevolissimi gli scambi, con un controvalore superiore a 512 milioni di euro, il che significa che è
passato di mano quasi il 12% del capitale. Il titolo ha chiuso con un
calo del 23,79% a quota 0,2118 euro per azione.
A spaventare gli investitori, con la maggior parte delle domande degli analisti che si sono concentrate su questo tema, è stato
il percorso di riduzione del debito e la generazione di cassa. Questo aspetto è da tempo considerato uno dei fattori che frenano l'ex monopolista, insieme alla significativa concorrenza nel mercato domestico, dove però i progressi sono evidenti.
Il CdA si aspetta una riduzione dell'indebitamento, con un
rapporto Debito/EBITDA After Lease in calo a 1,6-1,74 volte rispetto a 3,85 volte dei pro-forma al 2023. il valore dovrebbe assestarsi a uguale o inferiore a 2 volte nel 2024, che è ancora un anno di transizione perché il closing della vendita della Rete non avverrà prima della metà dell'anno.
"Sono due anni che raggiungiamo i risultati che ci siamo posti, dopo 10 anni in cui la società non lo faceva - ha detto l'AD Pietro Labriola - Nel momento più importante della vita dell'azienda,
mi dispiace non dare i dettagli di tutto, ma la situazione è in evoluzione e il deal della Rete ancora da chiudere".
"Probabilmente daremo più dati, come un dettaglio anno per anno dell'EBITDA AL meno il CAPEX, ma se facciamo un passo indietro vediamo che stiamo parlando del giorno e della notte", con quella attuale che è "
una storia industriale completamente diversa".