(Teleborsa) -
"L’inflazione negli Stati Uniti è scesa nel corso dell’ultimo anno,
ma rimane ben al di sopra del nostro obiettivo del 2%". Così ha esordito il Presidente della Fed,
Jerome Powell, partecipando ad una tavola rotonda sul tema inflazione e politica monetaria. Il numero uno della banca centrale USA ha poi ribadito che "il
processo per portare l’inflazione in modo sostenibile al target del 2% ha ancora
una lunga strada da percorrere".
"
Il FOMC è impegnato a raggiungere una posizione di
politica monetaria sufficientemente restrittiva da ridurre l’inflazione al 2% nel tempo", ha ricordato i Presidente, aggiungendo "sappiamo che i
progressi verso il nostro obiettivo del 2%
non sono garantiti" e "se dovesse rivelarsi opportuno
inasprire ulteriormente la politica, non esiteremo a farlo".
Powell ha parlato della necessità di mantenersi
cauti nel dtentativo di trovare un
difficile equilibrio fra il rischio di essere portati fuori strada da
dati persistentemente positivi ed il
rischio di un inasprimento eccessivo della politica monetaria. "Stiamo prendendo decisioni riunione dopo riunione - ha detto - sulla base dei dati in arrivo e delle loro implicazioni per le prospettive dell’attività economica e dell’inflazione".
Parlando delle
cause dell'inflazione, il numero uno della banca centrale statunitense ha ricordato che, dopo essere scesa al di sotto dell'obiettivo del 2% nel primo anno della pandemia
, l’inflazione PCE core è aumentata notevolmente nel marzo 2021. Una impennata che allora
si era rivelata inattesa e non era stata prevista dalla Survey of Professional Forecaster e che in molti hanno attribuito agli
effetti prolungati della pandemia ed ai
colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento globali ed in seguito allo
shock energetico prodotto dalla guerra fra Russia ed Ucraina. Di qui la necessità di una
politica monetaria restrittiva.
Powell ha notato che "
può essere difficile distinguere in tempo reale
gli shock dell’offerta da quelli della domanda, e anche determinare per quanto tempo persisteranno entrambi", ma ha sottolineato che tali shock "potrebbero
richiedere una politica restrittiva per allineare la domanda aggregata con il livello debole dell'offerta aggregata". "Gli shock dell’offerta che spingono l’inflazione a un livello sufficientemente elevato per un periodo sufficientemente lungo - ha proseguito -
possono influenzare le aspettative di inflazione a lungo termine di famiglie e imprese. La politica monetaria deve affrontare apertamente eventuali rischi di un potenziale disancoraggio delle aspettative di inflazione, poiché aspettative ben ancorate contribuiscono a facilitare il ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo".
"Il forte
inasprimento della politica monetaria nel corso del 2022 ha probabilmente contribuito a
mantenere ben ancorate le aspettative di inflazione", ha concluso il Presidente.
Parlando del
livello al quale i tassi di interesse si stabilizzeranno, il Presidente ha annunciato una
revisione quinquennale nella seconda metà del 2024.