(Teleborsa) -
Banco BPM ha chiuso i
primi nove mesi del 2023 con un
risultato netto record pari a 943,4 milioni di euro (487,4 milioni nel corrispondente periodo del 2022, +93,6%).
Il
margine di interesse si attesta a 2.421,6 milioni, in crescita del 52,3%, attribuibile principalmente all'incremento dello spread commerciale, conseguente al rialzo dei tassi di interesse, e al limitato impatto sul costo dei depositi che hanno più che compensato il venir meno dei benefici relativi alla remunerazione dei finanziamenti TLTRO. Le
commissioni nette ammontano a € 1.408,2 milioni, in calo del 2,2%.
Le grandezze patrimoniali confermano i significativi risultati raggiunti: gli
impieghi netti performing core (costituiti da mutui, finanziamenti, conti correnti e prestiti personali) si attestano a 99,1 miliardi con un volume di nuove erogazioni per 14,6 miliardi; la
raccolta diretta risulta pari a 124,5 miliardi in incremento dello 0,8% rispetto a fine 2022; la
raccolta indiretta raggiunge i 100 miliardi, in crescita di 8,7 miliardi rispetto al 31 dicembre 2022.
Al 30 settembre 2023 l'
incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi si è ridotta al 3,2% dal 3,9% del 30 settembre 2022. Il
costo del credito, in costante riduzione a 47 p.b. annualizzati rispetto a 62 p.b. di fine anno 2022, rappresenta il livello più basso registrato dalla nascita del Gruppo Banco BPM, pur garantendo significativi livelli di copertura dei crediti deteriorati.
Per l'
intero esercizio (atteso utile superiore a 1,2 miliardi di euro) si conferma un significativo miglioramento dell'utile netto del Gruppo rispetto allo scorso anno, con un
EPS 2023 superiore a 80 centesimi di euro, in ulteriore rafforzamento per il 2024, superando significativamente sia la traiettoria di redditività che i target complessivamente delineati nel
Piano Strategico, che sarà oggetto di aggiornamento e di presentazione al mercato il
12 dicembre prossimo.
"In tale sede si procederà ad
aggiornare i target di remunerazione degli azionisti, che potranno riflettere i positivi risultati raggiunti in termini di redditività e di creazione organica di capitale", si legge nella nota sui conti.
Il CdA ha deliberato di
destinare ad una riserva non distribuibile un importo di circa 378 milioni di euro, corrispondente a 2,5 volte l'ammontare della cosiddetta imposta sugli
extraprofitti (pari a circa € 151 milioni), in luogo del versamento dell'imposta stessa.