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Banca Ifis e Associazione Guido Carli, Premio Bancor 2023 a Larry Summers

Il riconoscimento è volto a celebrare personalità di rilevanza internazionale che si sono distinte nel campo dell'economia e del giornalismo economico-finanziario

Banche, Economia
Banca Ifis e Associazione Guido Carli, Premio Bancor 2023 a Larry Summers
(Teleborsa) - Premiare le personalità eccellenti nel mondo economico-finanziario riconoscendo competenza, integrità e trasparenza. Questo l'obiettivo del Premio Bancor, istituito nel 2022 dall'Associazione Guido Carli con il patrocinio di Banca Ifis. Un riconoscimento che è stato conferito oggi a Larry Summers – già segretario del Tesoro Usa durante l'amministrazione Clinton, Direttore del National Economic Committee con Obama e rettore di Harvard – che si è svolto a Roma, presso la Galleria Doria Pamphilj. Alla premiazione sono intervenuti Federico Carli, Presidente dell'Associazione Guido Carli ed Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis, alla presenza di Ignazio Visco, Governatore della Banca d'Italia, Paolo Savona, Presidente della Consob, e Pietro Cipollone, membro del board Bce.








Durante l'evento è stato annunciato che, a partire dal 2024, verrà assegnato un nuovo riconoscimento a figure di spicco del giornalismo internazionale che, attraverso il loro lavoro, hanno inciso in maniera determinante nel dibattito pubblico. Un riconoscimento che ha l'obiettivo di premiare i valori della competenza, integrità e trasparenza anche in ambito giornalistico e che verrà assegnato da una giuria composta dalle più autorevoli firme del panorama giornalistico italiano. "Il Premio Bancor arriva al suo secondo anno con un ulteriore consolidamento. Creato per contribuire a mantenere aperto il nostro Paese al dibattito economico internazionale e per promuovere il dialogo continuo fra opinioni ed esperienze diverse, Bancor – ha dichiarato Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis – si richiama a un esperimento fatto da due uomini di eccellenza: il Governatore Guido Carli e un grande giornalista, Eugenio Scalfari, che crearono – proprio sotto questa sigla – un'eterodossa esperienza di confronto fra poteri e opinioni diverse, sulle colonne del settimanale L’Espresso. Dall’anno prossimo, come ha ricordato l'amico Federico Carli – che ringrazio per il lavoro svolto insieme per dare sempre più contenuti a questo Premio - Bancor si amplia con un altro riconoscimento dedicato a figure di spicco del giornalismo internazionale che si sono distinte per il loro contributo al dibattito pubblico. Una giuria autorevole e prestigiosa di giornalisti si affiancherà a quella attuale. A Federico Carli, nipote di Carli, si affiancherà Donata Scalfari, giornalista e figlia di Eugenio Scalfari – nella tradizione che abbiamo scelto di una continuità familiare come testimonianza della continuità dei valori. Desidero ringraziare Banca d'Italia e Consob, nelle persone del Governatore Visco e del Presidente Savona, per la vicinanza mostrata a questo Premio, fin dalla prima edizione".

Lectio magistralis di Lawrence Summers –
"Con il coronavirus, con la pandemia e i grandi programmi di risposta all'emergenza pandemica, in particolare, ma non solo, negli Stati Uniti, oggi ci troviamo in una situazione in cui i problemi fiscali sono molto più gravi di un tempo, una situazione in cui, con ampi disavanzi, i tassi d'interesse possono allontanarsi sostanzialmente dal limite inferiore dello zero e le economie possono crescere in modo ragionevolmente solido e, anzi, possono far aumentare la domanda nominale abbastanza rapidamente da rendere irraggiungibile l'obiettivo di un'inflazione al 2%". È quanto ha affermato Larry Summers, nella lectio magistralis al premio Bancor. "Non condivido l'opinione di molti, tra cui alcuni amici accademici, secondo cui questo è il momento di abbandonare il target d'inflazione del 2%. Io stesso – ha proseguito Summers – ho avuto forti riserve sulla definizione di obiettivi numerici precisi per l'inflazione, ma dopo che questi target numerici sono stati fissati, dopo che ci si è impegnati per raggiungerli, dopo tutti gli sforzi profusi per conseguirli, abbandonarli semplicemente perché l'impresa per raggiungerli sembra ardua, mi sembra alquanto controproducente in termini di credibilità. Ritengo che a questo punto non sia opportuna una regola ferrea, ma una vigilanza politica volta a garantire la priorità del contenimento delle aspettative inflazionistiche. Sarebbe fantastico riuscire a raggiungere un atterraggio morbido. Il mio sospetto è che non riusciremo, né negli Stati Uniti né in Europa, a riportare l'inflazione al 2% o vicina al 2% in modo duraturo senza accettare un aumento significativo del grado di rallentamento economico. Vorrei tanto sbagliarmi in questa mia ipotesi, visto il sostanziale deterioramento fiscale negli Stati Uniti, e al contempo non posso parlare con altrettanta certezza dell'Europa. A mio avviso, negli Stati Uniti il mantenimento di un livello di domanda coerente con la stabilità dei prezzi richiederà probabilmente un lungo periodo di tassi d'interesse piuttosto elevati rispetto alle stime prevalenti di tassi d'interesse neutrali. Non invidio i banchieri centrali di oggi per le sfide che li attendono. Andrà a beneficio di tutti se riusciranno ad agire non in un'ottica di convenienza a breve termine, né per ridurre al minimo le ripercussioni dolorose e la dislocazione, bensì per mantenere l'ampio senso di impegno verso la stabilità dei prezzi che è stato il fulcro di tutti i successi economici dell'ultima generazione". Summers ha ricordato che le ultime stime del Congressional Budget Office sulla situazione fiscale negli Stati Uniti indicano un deficit del 7,3% circa. "Tra dieci anni, – ha aggiunto – questi calcoli presuppongono che il tasso d'interesse dei buoni del Tesoro si aggiri attorno al 2%, il che mi sembra improbabile. Questi calcoli presuppongono che la spesa per la difesa nazionale in percentuale del PIL diminuisca in modo significativo, il che mi sembra improbabile. Questi calcoli presuppongono che tutti i tagli fiscali di Trump vengano abrogati, il che mi sembra improbabile. Questi calcoli presuppongono che le recenti ammanchi sul versante delle entrate non si protraggano in futuro, il che mi sembra improbabile. Questi calcoli presuppongono che non ci saranno nuovi finanziamenti per le iniziative di spesa, il che mi sembra improbabile. Se si tiene conto di tutti questi fattori, si può prevedere un raddoppio del deficit, un disavanzo di bilancio a due cifre che, a mio avviso, è una prospettiva tutt'altro che allettante per l'economia più ricca e prospera del mondo". In tale scenario – ha spiegato Summers – "le conseguenze sui tassi d'interesse rischiano di innescare un circolo vizioso di tassi più alti, debiti più alti e tassi ancora più alti negli Stati Uniti. Si rischia di inibire la formazione di capitale a livello globale, in particolare il flusso di capitali dai paesi più ricchi a quelli in via di sviluppo. Si rischia di compromettere la stabilità e la complessità finanziaria, poiché i muri di scadenza andrebbero rinnovati a tassi d'interesse molto più elevati, sia nei mercati dei mutui che in quelli dei prestiti a leva. Per molti paesi, la sfida della gestione politica si farebbe più ardua. Il timore è che ci siano consistenti deflussi di capitale a fronte di tassi d'interesse statunitensi troppo alti. Ci sarà un meno e questo è l'aspetto più importante per qualsiasi conversazione sul bilancio e sui deficit di bilancio. È un po' come il prestito per l'acquisto di un'auto: non è un'alternativa al guadagnare di più o al tagliare altre spese per una famiglia, ma semplicemente un modo per distribuire questi costi nel tempo, anche se a causa degli interessi aumenta la loro entità totale. Lo stesso vale per il governo. L'indebitamento non è un modo per finanziare la spesa. È un modo per rinviare il finanziamento della spesa. È un modo per rinviare l'aumento delle tasse o per rinviare altri tagli alla spesa, anche se l'entità complessiva lievita. Pertanto, sia che si tratti di contenere l'inflazione nel breve periodo o di mantenere la stabilità finanziaria nel medio periodo o di garantire livelli adeguati di investimenti e di crescita nel lungo periodo o di mantenere un sistema globale efficiente, credo sia necessario affrontare le preoccupazioni relative all'indebitamento pubblico negli Stati Uniti. E se me lo consentite, pensando all'Europa, in nessun altro luogo questo aspetto è più urgente che in Italia".

Il Premio Bancor – Il Premio Bancor si ispira – nel nome e nei valori – al termine "Bancor" utilizzato nel 1944 dall'economista John Maynard Keynes, in occasione degli accordi di Bretton Woods, quando i principali Paesi del mondo si preparavano a chiudere la drammatica vicenda della guerra, provando a disegnare un assetto nuovo di relazioni internazionali che evitasse il ripetersi degli orrori che avevano caratterizzato la prima metà degli anni Quaranta del '900. Bancor era la soluzione proposta dall'economista: una valuta sovranazionale governata dalla razionalità degli uomini per sottrarre le prospettive di sviluppo dell'intera comunità delle Nazioni all'arbitrio di una sola potenza egemone. La proposta rimase un'utopia valutaria. Il termine Bancor non venne mai più utilizzato fino al 30 maggio 1971 quando comparve per la prima volta sull'Espresso come firma enigmatica. Uno pseudonimo che, in poco tempo, si trasformò in un successo editoriale. Gli interventi di Bancor furono attesi da economisti, politici e banchieri con crescente interesse, riportati dalla stampa estera, commentati all'università, dibattuti nel corso di alti consessi monetari internazionali e perfino oggetto di interrogazioni parlamentari. L'articolo d'esordio si intitolava "Tempesta in arrivo". Oggetto dell'analisi era proprio l'ordine monetario internazionale da cui il misterioso autore aveva tratto ispirazione per nascondere la sua identità. Bancor espresse giudizi, valutazioni e previsioni sulla crisi che stava attraversando il goldexchange standard che gli assicurarono una meritata fama: meno di tre mesi dopo, infatti, Nixon dichiarò l'inconvertibilità del dollaro in oro e il sistema sancito 27 anni prima a Bretton Woods si sgretolò. Parecchi anni dopo l'ultimo intervento di Bancor, si scoprì che gli autori degli articoli erano Guido Carli ed Eugenio Scalfari. Ritrovando negli archivi la raccolta degli articoli di Bancor, nasce da parte di Federico Carli, Presidente dell'Associazione Guido Carli, l'idea di istituire il Premio Bancor, per recuperare lo spirito che sta dietro una parola tanto ricca di suggestioni. Sulla scia segnata da Bancor, l'intento del Premio è quello di dare vita ad una riflessione sui problemi che stiamo attraversando, dalla quale possa ricavarsi una bussola utile per tracciare una rotta che conduca fuori del labirinto: ogni epoca presenta le proprie difficoltà, ma la storia insegna che, confidando nella razionalità e nell'ingegno dell'uomo, è sempre possibile trovare la strada per superare gli ostacoli.







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