(Teleborsa) -
TIM ha ricevuto da
Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR) in data odierna l'
offerta vincolante su NetCo, relativa alle attività di rete fissa di TIM, inclusa FiberCop. È quanto conferma la società in una nota.
Con riferimento alla
partecipazione detenuta da TIM in Sparkle, KKR ha formulato una
nuova offerta non vincolante, in attesa di procedere alla trasmissione di un'offerta vincolante entro 4/8 settimane, al termine delle attività di due diligence in corso, richiedendo un periodo di esclusiva fino al prossimo 20 dicembre.
"L'
offerta su NetCo scade l'8 novembre p.v., ferma restando – fa sapere Tim – la possibilità di discutere i termini di ulteriori estensioni sino al prossimo 20 dicembre. Non appena completata l'analisi, l'offerta vincolante verrà portata senza indugio all'esame del Consiglio di Amministrazione".
Secondo le ultime indiscrezioni l
'offerta di KKR avrebbe raggiunto un valore complessivo di
circa 20 miliardi di euro, di cui 10 miliardi saranno destinati all'equity e altri 10 miliardi al debito. Previsti, inoltre,
ulteriori 3 miliardi di euro come "earn out", legati all'integrazione futura con Open Fiber.
Lo scorso giugno, intanto, il
Consiglio di amministrazione di Tim aveva
ritenuto l’offerta del fondo statunitense
Kkr "preferibile in termini di eseguibilità e relativa tempistica”, nonché
"superiore rispetto all’offerta concorrente" presentata dal consorzio formato da CDP e Macquarie.
Il
MEF, nel Dpcm di fine agosto, ha confermato la volontà di entrare direttamente nella partita, con un
investimento fino a 2,5 miliardi per acquisire una
quota intorno al 20-30% della futura società della rete, al fianco del fondo americano Kkr.
Interessato anche
F2i, il maggiore gestore italiano di fondi infrastrutturali, che ha già firmato
lettere d’impegno per acquistare fino al 15% della nuova società, con un investimento di
1 miliardo di euro.
La
nuova Tim avrà una struttura di capitale rafforzata, grazie al
deconsolidamento del debito (circa 11 miliardi dovrebbero essere girati a Netco) ed ai
proventi in contanti (circa 10 miliardi di euro) che ridurranno la leva finanziaria:
a ServCo resteranno fino a 5 miliardi di debito, che le daranno una leva di
1,5/2 volte l’ebitda.
La sostenibilità era una delle critiche portate all’operazione di
Vivendi, che dopo le interlocuzioni con il MEF, ora
aspetta di vedere nero su bianco l’offerta di Kkr per decidere le sue mosse. In base alla tabella di marcia immaginata dall’Ad Pietro Labriola e dal suo team,
ci vorranno 9-12 mesi perché quei soldi arrivino in cassa, ma il
margine di liquidità al 31 luglio risultava comunque pari a
9,3 miliardi di euro, sufficiente a coprire le scadenze del debito fino a tutto il 2025. Da qui a fine 2024 servono 4,9 miliardi: a fine dicembre scade un bond da 1,5 miliardi e a fine 2024 uno da 3,4 miliardi. A supporto della propria posizione di liquidità, il gruppo da inizio anno ha chiuso
diverse iniziative di rifinanziamento, raccogliendo 3,3 miliardi di euro. In particolare, a gennaio è stato
emesso un bond per 850 milioni di euro, ad aprile è stato
riaperto il bond emesso a gennaio per 400 milioni e a maggio ha ottenuto il
finanziamento Bei da 360 milioni di euro per lo sviluppo della rete 5G. Inoltre, a luglio è stato
collocato un bond senior unsecured da 750 milioni di euro, a tasso fisso, con scadenza di 5 anni, offerto agli investitori istituzionali. Oltreoceano anche Tim Brasil si è rifinanziata, con un bond non convertibile destinato ad investitori istituzionali per un importo pari a 5 miliardi di reais, equivalenti a circa 950 milioni di euro.