(Teleborsa) - Dopo l'esplosione del credito deteriorato nel periodo 2008-2015 e la 'nuova ondata' innescata dalla crisi pandemica il tasso di deterioramento del credito delle banche italiane a fine 2023 toccherà il minimo storico dal 2006 con una discesa all'1,2%, inferiore, dunque, anche ai livelli del periodo antecedente alla crisi dei mutui subprime. Ma sulle banche italiane permane un rischio prospettico superiore alla media Ue. Questo lo scenario previsto dal
"Market Watch Npl 2023-2025" elaborato dall'Ufficio Studi di Banca Ifis e presentato in occasione della
12esima edizione del Npl Meeting – l'annuale appuntamento dedicato all'industria del credito deteriorato tenutosi oggi a Villa Erba, Cernobbio – che è stata intitolata "Step Up". Nel dettaglio il totale degli Npe in Italia ha raggiunto quota 306 miliardi di euro, in netta diminuzione rispetto al picco di 361 miliardi di euro raggiunto a fine 2015. Per il triennio 2023-2025 si prevede che le incerte condizioni macroeconomiche possano determinare un nuovo ma moderato incremento dello stock, portandolo a 311 miliardi nel 2023, a 317 nel 2024 e a 321 miliardi a fine 2025. L'evoluzione del mercato sarà caratterizzata da un crescente peso del secondario, il quale arriverà a guidare circa il 50% dell'intero transato. Il mercato primario, invece, sarà caratterizzato prevalentemente dal proseguo del processo di de-risking delle principali banche e dal potenziale moderato aumento dei nuovi flussi di deteriorato. "Uno scenario di rallentamento ma – assicura l'
amministratore delegato di Banca Ifis Frederik Geertman – non catastrofico. L'economia italiana pare più resiliente di quello che pensassimo e la previsione per i prossimi anni di Banca Ifis vede un'Italia più rischiosa rispetto al resto dell'Europa ma non uno shock". Nessun allarme, dunque, ma – sottolinea Geertman – "un invito alla prudenza".
Dalla "New Wave", la nuova ondata annunciata nel 2020, ad oggi come si è evoluto lo scenario sul fronte Npl?"Noi qualche anno fa durante il Covid abbiamo fatto delle proiezioni che erano parecchio più buie di quelle che effettivamente sono state le le conseguenze della pandemia. E questo vale anche per le conseguenze dello shock energetico, della guerra in Ucraina, dell'inflazione che è partita. La nostra economia negli ultimi 3-4 anni ha subito un susseguirsi di shock e ha, in realtà, reagito – sia in termini di PIL sia in termini di rischi nei bilanci bancari – molto bene. Alla base vi è una combinazione di motivi: sicuramente politiche fiscali espansive, cioè lo Stato ha fatto tanto; e misure straordinarie nell'ambito del Covid legate del credito, per cui tanto credito con garanzia e tanta liquidità alle imprese. Queste cose nel loro insieme, unite alla forza del tessuto delle imprese – soprattutto le pmi italiane che si sono rivelate molto più solide di quelle che avevamo nel 2012, 2013 e 2014 –, hanno fatto sì che gli shock ci sono ma lo scenario un po' fosco del 'New Wave' non si è realizzato. Noi quest'anno abbiamo proiettato queste previsioni di incremento del tasso di default a circa l'1,4% l'anno prossimo e abbiamo fatto vedere come erano sbagliate per eccesso le nostre stime dell'anno scorso. Abbiamo, quindi, condiviso la consapevolezza che sta un po' maturando presso tutti gli attori che in realtà il sistema pare un po' più forte di quello che pensavamo".
Dal "Market Watch Npl 2023-2025" presentato oggi da Banca Ifis emerge un crescente peso del mercato secondario. Quali le dinamiche alla base di questo dato?"Il mercato secondario sta compensando un mercato primario che si sta lentamente un po' inaridendo e svuotando avendo le banche alleggerito i propri bilanci e avendo, di conseguenza, già oggi sempre meno materia prima da vendere. Il secondario sta compensando questo trend – noi vediamo 3 anni con ancora, complessivamente, 84 miliardi di euro di transazioni, cifre comunque molto importanti – per diversi motivi. Il primo è la specializzazione: stiamo vedendo, e la stessa banca Ifis è un esempio, che quegli attori che reagiscono a questo contesto lo fanno tendenzialmente specializzandosi su specifica asset class e vendendo, quindi, su un mercato secondario quello che gli interessa meno. Un secondo driver molto importante è il la presenza di gacs, quindi di cartolarizzazioni con garanzie pubbliche, che sono indietro rispetto ai propri business plan, soprattutto quelle che hanno qualche anno in più di anzianità. Questa situazione porta chi gestisce queste gacs a fare qualche vendita per accelerare un po' gli incassi e anche questo alimenta il mercato secondario in modo importante. Vediamo che ci sono dei fenomeni di riassesto che portano a una maggiore efficienza complessiva del mercato. Un mercato nel quale noi siamo ancora effettivamente acquirenti, sia su primario sia su secondario, ma anche venditori di pezzi di portafoglio che ci interessano meno".
Nell'ambito del processo di trasformazione del mercato Npl siete preoccupati dalle proposte recentemente avanzate dal governo?"Oggi abbiamo sentito esponenti delle istituzioni, del governo, parlare di confronto, di dialogo, di costruzione di norme in modo ragionato e con modalità di ascolto, per cui noi accogliamo questo favorevolmente. Non credo, da un lato, che sia possibile dire che non si possa assolutamente mai, in nessuna circostanza, modificare qualche cosa perché si disturberebbe un mercato: non è così. Dall'altra parte siamo molto contenti di sentire questa apertura per la costruzione di qualcosa che possa evitare di danneggiare il mercato. Nel merito è davvero presto per commentare perché non abbiamo testi stabili in questo momento".
Che anno è stato per banca Ifis sul fronte delle operazioni?"Per noi è stato un anno particolarmente impegnativo. Abbiamo fatto un po' di acquisti nella nostra normale attività di partecipazione ad aste poi abbiamo avuto una grande transazione, che stiamo in questo momento ancora completando, che è l'acquisto della società Revalea dal gruppo Mediobanca che ha 6,8 miliardi di Gross Book Value, una cosa oggettivamente molto importante. È stato, quindi, un anno che ci ha permesso di raggiungere i nostri obiettivi di acquisto del piano industriale con un anno e mezzo di anticipo. Un anno molto impegnativo".
In questo processo di specializzazione e differenziazione che, come abbiamo visto, sta a caratterizzando il mercato degli Npl in Italia voi come vi posizionate?"Noi facciamo proprio parte di questo percorso di specializzazione sia in acquisto sia in vendita. Per quanto riguarda la specializzazione noi compriamo portafogli anche misti e poi vendiamo i pezzi che ci riteniamo un po' meno bravi a gestire focalizzandoci su small-ticket unsecured".