(Teleborsa) -
La crescita dell’economia mondiale sta rallentando e così l'Italia, che nel secondo trimestre ha fatto peggio di altri grandi economie europee, ma il
mercato del lavoro resta in buona salute ed il sentiment dei consumatori è in calo per il peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale. bE'nquanto emerge dall'ultima
Nota mensile dell'Istat.
Le stime più recenti del
Fondo Monetario Internazionale (FMI) - ricorda l'Istituto di statistica - prevedono per quest’anno e il prossimo un tasso di
crescita del PIL globale del 3% (+3,5% nel 2022) che sconta gli effetti del processo di rialzo dei tassi di interesse attuato dalle principali banche centrali. L’inflazione sta decelerando in quasi tutti paesi con un percorso più graduale per la componente di fondo dell’indice
A giugno, per il secondo mese consecutivo, l’indice destagionalizzato della
produzione industriale in Italia ha segnato un aumento congiunturale diffuso a tutti i comparti, con l’eccezione di quello dei beni di consumo. Nella media degli ultimi tre mesi però la variazione congiunturale è rimasta negativa. Nel secondo trimestre,
l’economia italiana ha registrato infatti un
risultato inferiore agli altri principali partner europei. Il Pil è diminuito dello 0,3% in termini congiunturali, portando la variazione acquisita per il 2023 a 0,8%.
Le condizioni del mercato del lavoro restano favorevoli. A giugno, si è confermata la crescita dell’occupazione, che ha portato il numero di occupati complessivamente a 23milioni 590mila, a fronte di una diminuzione del tasso di disoccupazione al 7,4% (quello giovanile al 21,3%I e di inattività al al 33,5%.
L’inflazione di fondo, misurata al netto delle componenti più volatili di prezzo, ha continuato a mostrare una
dinamica discendente: a luglio si è ridotta a 5,2% da 5,6% del mese precedente). Il
carrello della spesa, sintesi dei prezzi relativi agli alimentari, alla cura della persona e della casa, ha mostrato un
marginale rallentamento (10,4% da 10,5%). A luglio,
l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è aumentato del 6,4% su base annua (in decelerazione da +6,7% di giugno). Il differenziale tra il nostro Paese e l’area euro, pur risultando ancora positivo, si è ridotto ulteriormente di un decimo di punto rispetto al mese precedente (1,1 p.p.).
Gli indicatori di fiducia mostrano segnali eterogenei. A luglio, è
calata la fiducia dei consumatori principalmente a causa di un peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e delle attese su quella personale.
L’indice composito delle imprese, dopo due flessioni consecutive,
ha evidenziato invece un aumento.