(Teleborsa) - "La
richiesta di proroga al 20 agosto del pagamento degli adempimenti con scadenza 31 luglio
non era un capriccio dei dottori commercialisti, ma una
reale esigenza che arrivava dal territorio". E' la considerazione espressa da
Matteo De Lise, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, che cita una
ricerca svolta su un campione significativo di studi professionali di tutta Italia, in base alla quale
il 73% ha avuto difficoltà nella predisposizione dei pagamenti, per problematiche non relative a una mancanza di liquidità, ma soprattutto alla quantità di adempimenti da rispettare.
Per il presidente dei
giovani commercialisti la stragrande maggioranza del campione denuncia, dunque, "una
criticità nella chiusura dei modelli dichiarativi derivanti prevalentemente dall’impossibilità degli studi professionali di riuscire a
far fronte a tutta la mole di adempimenti che, soprattutto in questo periodo, congestionano gli uffici".
"Altrettando sconfortante - sottolinea De Lise - è il dato che evidenzia, nella maggior parte dei casi, la
difficoltà a predisporre tutti i moduli di pagamento entro la scadenza fissata. Una sorta di resa per la categoria, ma anche una mancanza di gettito entro i termini di legge per lo Stato”.
"La ricerca evidenzia anche che
il 63% dei commercialisti si dice
pronto a sobbarcarsi il costo del ravvedimento operoso, evidenziando una volta in più la funzione sociale della nostra categoria", sottolinea
Alessandro Bonandini, vicepresidente Unione giovani dottori commercialisti, ribadendo che " la proroga avrebbe avuto un senso, lo dicono migliaia di professionisti che hanno il pieno polso della situazione sui propri territori".
Francesco Savio (consigliere nazionale Ungdcec) ricorda che "nel mese di luglio 2023, gli
adempimenti fiscali sono aumentati del 150% rispetto allo stesso mese del 2022, passando da 99
a 242 (fonte Agenzia delle Entrate). E non è finita qui, perché
ad agosto le scadenze che attendono contribuenti e commercialisti sono
ben 192, da svolgere in dieci giorni, dal 21 al 31. La richiesta continua di rinvio di diversi adempimenti fiscali e versamenti è un chiaro segnale che qualcosa nel calendario fiscale non funziona".
"Nessuno vuole proroghe. Anzi, si è ben disposti perfino ad anticipare, ma a patto di avere dei dichiarativi più snelli a disposizione in tempi che permettano di organizzare il lavoro in studio, e non ricevere circolari chiarificatrici postume, il proliferare di norme nuove e l’invio di avvisi bonari a pioggia proprio nel periodo di maggiore carico lavorativo", conclude l'associazione rappresentativa dei giovani commercialisti.