(Teleborsa) -
Prende il via oggi, 1° agosto, la nuova disciplina per i distributori di carburanti, che pone in capo ai gestori di stazioni di servizio
l'obbligo di esporre un cartello con l'indicazione dei
prezzi praticati e dei prezzi medi nazionali, così da consentire agli automobilisti una scelta più consapevole.
Una
operazione trasparenza fortemente voluta dal governo, a causa delle speculazioni che hanno caratterizzato questo mercato nei mesi scorsi, ma osteggiata dagli
operatori del settore, che hanno fatto
ricorso al TAR, chiedendo una sospensiva, ma inutilmente.
Per il
Ministro Adolfo Urso, l'entrata in vigore delle muove norme garantisce che da oggi "
ogni cittadino può verificare da solo se il prezzo del benzinaio è in linea con il prezzo medio e quindi può
decidere se fare rifornimento. Se il prezzo si discosta molto dal prezzo medio può denunciarlo al ministero''.
Urso ha parlato anche dei
rincari registrati in occasione del primo esodo estivo, con la benzina che ha sfondato il tetto di 2,5 euro al litro in autostrada. "I recenti aumenti, di 4 centesimi del prezzo medio - ha spiegato - sono
conseguenza dell'incremento delle quotazioni internazionali, che comunque rimangono ben lontane da quelle precedenti al momento in cui siamo riusciti a convincere la Commissione Ue sul tetto al prezzo del gas".
A partire da oggi, i gestori di impianti di distribuzione di carburanti dovranno
esporre il famoso cartello con l'indicazione, accanto al prezzo praticato dalla pompa di benzina, del
prezzo medio nazionale calcolato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy settimanalmente. Un prezzo calcolato sulla base della
media aritmetica dei prezzi praticati sulla rete ordinaria regionale e nazionale e sulla rete autostradale.
Sempre in capo ai gestori di impianti di distribuzione
l'obbligo di comunicare settimanalmente le variazioni di prezzo praticate presso la propria pompa di benzina, anche in assenza di aumenti o diminuzioni.
I trasgressori saranno puniti con
multe d 200 euro fino a 2mila euro, parametrato anche al fatturato dell'esercente. Pene anche più severe per i recidivi, che potranno incorrere anche nella
sospensione dell'attività da 1 a 30 giorni se la violazione viene reiterata per quattro volte nell'arco di 60 giorni.