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Dieta Mediterranea: patrimonio dell'Uneso e asset strategico per l'Italia

Economia
Dieta Mediterranea: patrimonio dell'Uneso e asset strategico per l'Italia
(Teleborsa) - La Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale dell'Unesco dal 2010, la tutela dell'agricoltura e della pesca e la sostenibilità ambientale e culturale: questi i temi trattati all’evento "La dieta mediterranea tra sport, salute e Cooperazione", organizzato da Legacoop Agroalimentare, Legacoop, Future Food Institute, Comune di Pollica - Segretariato Permanente Comunità Emblematiche Unesco della Dieta Mediterranea, che si è tenuto oggi a Roma in concomitanza con le giornate del vertice ONU sui sistemi agroalimentari.

“La Dieta Mediterranea è uno stile di vita, è l’emblema dello stare bene italiano. È il valore della produzione agricola e della pesca che si interfaccia con la nostra cultura, la nostra storia. Una dieta che ha anche un’importante valenza di sostenibilità ambientale con le colture storiche vocate per il territorio dove vengono coltivate che hanno un impatto minore", ha sottolineato Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ricordando l'importanza della cooperazione tra settore primario, grande distribuzione, ristorazione e ricerca.

"La dieta Mediterranea è un asset importante del nostro Paese e come tale deve essere concepito e valorizzato sempre più. Coltivazione, raccolta, pesca, allevamento, conservazione, trasporto, distribuzione, consumo, ristorazione: direttamente o indirettamente il cibo muove strutture essenziali nel nostro paese", ha riconosciuto Simone Gamberini, Presidente di Legacoop, ricordando che unendo i settori agroitticoalimentare, della distribuzione e della ristorazione "contiamo 36 miliardi e 466 milioni di produzione annua, e 180.000 occupati",

"La Dieta Mediterranea è anche cucina, che in Italia è stata "cultura", componente rilevante nella formazione della nostra identità - ha proseguito Gamberini - ed ha un nesso centrale con le sfere della salute e, ora, della cura, particolarmente importanti nella prospettiva di popolazioni sempre più anziane". Di qui la necessità di tutela di questo patrimonio, non solo in ambito istituzionale.

“Parlare di Dieta Mediterranea è parlare di futuro. Oggi servono azioni concrete: le crisi ambientali e alimentari ci dimostrano che non c’è più tempo", ha affermato Sara Roversi, Presidente del Future Food Institute, aggiungendo "la Dieta Mediterranea è uno strumento concreto e tangibile, ma è a rischio e necessita di essere attualizzata, narrata correttamente, adottata nella quotidianità e soprattutto tramandata alle nuove generazioni misurandone il valore sociale, culturale, ambientale, economico".

"Ora è il momento della Dieta mediterranea come strumento per la valorizzazione delle produzione agroalimentari di qualità e come antitesi al cibo sintetico. Sono troppo pochi quelli che hanno compreso il vero valore sistemico dello Stile di Vita Mediterraneo che, se adeguatamente attualizzato, può rappresentare il modello di sviluppo in grado di affrontare sfide globali come l’accesso democratico al cibo, la salvaguardia della biodiversità, fronteggiare il dissesto idrogeologico, definire nuovi modelli sanitari, ha concluso Stefano Pisani, Sindaco di Pollica.
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