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Ddl Capitali, ReCommon boccia articolo 12: limita azionariato critico

Finanza
Ddl Capitali, ReCommon boccia articolo 12: limita azionariato critico
(Teleborsa) - L'attuale formulazione dell'articolo 12 del Ddl Capitali in esame "è in chiaro contrasto con lo spirito e la lettera della normativa europea" e la sua approvazione "manderebbe un segnale fortemente negativo ai mercati e, in modo particolare, agli investitori internazionali nelle società quotate italiane, rendendo più in generale il nostro paese meno affidabile per gli investimenti stranieri". Lo ha sostenuto l'associazione ReCommon nel corso dell'audizione in Commissione Finanze e Tesoro sul disegno di legge "Competitività dei capitali".

ReCommon, da più di dieci anni, porta avanti un lavoro di campagna pubblica, advocacy ed engagement con stakeholder di varia natura sulla responsabilità sociale, ambientale e in tutte le materie non finanziarie delle principali società quotate italiane. L'articolo 12 del DDL in esame "è fonte di preoccupazione per la nostra associazione e per altre organizzazioni della società civile nella sua attuale formulazione", hanno sostenuto i rappresentanti dell'associazione. L'articolo 12 riguarda lo svolgimento assembleare delle società quotate, affermando che "Lo statuto può prevedere che l'intervento in assemblea e l'esercizio del diritto di voto avvengano esclusivamente tramite il rappresentante designato dalla società".

ReCommon ritiene che, secondo il testo proposto, "con una mera modifica statutaria ciascuna società quotata sarebbe abilitata a svuotare in larga misura il contenuto dei cosiddetti diritti amministrativi del socio (intervento in assemblea e voto), il cui esercizio potrebbe avvenire per il solo tramite di un soggetto scelto dalla società medesima".

"Nel quotidiano del nostro lavoro, numerosi investitori internazionali delle principali società quotate italiane hanno già espresso forte preoccupazione per la modalità di svolgimento delle assemblee negli ultimi anni, nonché per le possibili future evoluzioni in materia con il DDL in esame", hanno spiegato.

ReCommon ha quindi chiesto che "le assemblee dei soci si tengano in presenza senza alcuna differenziazione tra i soci o, in extrema ratio per situazioni circoscritte, con una partecipazione tramite mezzi di telecomunicazione equiparabile a quella in presenza, da sancire attraverso un meccanismo di opt-in statutario".
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