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Eurozona: diminuiscono le pressioni inflazionistiche, si attenua la ripresa

A giugno, l’Indice HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell’eurozona destagionalizzato, ha registrato il valore più basso da gennaio

Economia, Macroeconomia, PMI
Eurozona: diminuiscono le pressioni inflazionistiche, si attenua la ripresa
(Teleborsa) - Dalla lettura degli ultimi dati raccolti dall’indagine HCOB PMI Flash prodotta da S&P Global, dopo il breve slancio di crescita
registrato in primavera, l’espansione della produzione economica dell’eurozona di giugno si è avvicinata allo stallo, segnalando una nuova fase di indebolimento dell’economia.

Per la prima volta da gennaio: il flusso dei nuovi ordini è diminuito, la crescita occupazionale è rallentata e le aspettative future si sono deteriorate. È incoraggiante che tale rallentamento sia stato accompagnato da un forte attenuamento delle pressioni inflazionistiche. I costi hanno infatti indicato l’aumento più lento da dicembre 2020 e i prezzi medi di vendita di beni e servizi hanno segnalato il più debole tasso di incremento da marzo 2021.

A giugno, l’Indice HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell'eurozona destagionalizzato, calcolato sulla base dell’85% circa delle consuete risposte dell’indagine, è sceso a 50,3 punti dai 52,8 di maggio, registrando il valore più basso da gennaio. Anche se negli ultimi sei mesi la produzione ha ininterrottamente indicato un’espansione, quella di giugno è stata solo marginale e molto più debole rispetto ai rialzi avutisi nei quattro mesi precedenti, segnalando una diminuzione considerevole dello slancio di crescita. Il calo di 2,5 punti dell’indice è stato il più alto in un anno.
Il rallentamento è stato segnalato in anticipo con la quasi stagnazione dei nuovi ordini di maggio. A giugno, con il peggioramento del flusso dei nuovi ordini di beni e servizi, che hanno registrato il primo crollo da gennaio, le condizioni della domanda sono peggiorate segnalando il rischio di una possibile contrazione nel mese di luglio.

Prospettive future
A giugno, l’ottimismo rispetto ai prossimi 12 mesi ha registrato il calo più forte da settembre, scivolando ai minimi finora raggiunti nell’arco di quest’anno. Le aspettative per l’anno a venire sono particolarmente diminuite nel manifatturiero, sceso a giugno ai minimi in sette mesi, ma anche nel terziario sono crollate ai minimi in sei mesi. Il livello generale di fiducia è calato nettamente al di sotto della media di lungo termine in entrambi i settori. Anche se rispetto all’anno scorso le preoccupazioni sull’energia e la catena di distribuzione sono diminuite, a giugno si sono registrati nuovi forti timori sulla crescita della domanda, ed in particolare sull’impatto dei maggiori tassi di interesse e sulle conseguenti possibilità di recessione sia nei mercati nazionali che esteri.

Commentando i dati PMI flash, Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “Se la BCE avesse avuto il controllo solo sui prezzi dei beni, Francoforte avrebbe di certo brindato alla fine dell’inflazione. Gli indici PMI di giugno, infatti, hanno mostrato prezzi di acquisto e di vendita notevolmente ridotti. Inoltre, data la recessione del manifatturiero mostrata dal PMI, ci si potrebbe aspettare un taglio dei tassi di interesse. Questo scenario rimane però incerto. Nella parte più importante dell’economia, il settore privato dei servizi, i prezzi continuano ad aumentare, e per questa ragione il tasso di inflazione di fondo è diminuito così lentamente. Anche se il nostro scenario di riferimento di una lieve crescita dell’eurozona nel secondo trimestre devesse concretizzarsi, la tendenza al ribasso del PMI composito mostra una difficile seconda parte dell’anno visto che le aziende di tutti i settori mostrano un peggioramento del livello del portafoglio ordini".

(Foto: © iloveotto/123RF)
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