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Buzzi Unicem, BofA avvia copertura con Buy e TP a 31 euro

Finanza, Consensus
Buzzi Unicem, BofA avvia copertura con Buy e TP a 31 euro
(Teleborsa) - Bank of America (BofA) ha avviato la copertura su Buzzi Unicem, società quotata su Euronext Milan e attiva nella produzione di cemento, calcestruzzo e aggregati naturali. La raccomandazione è "Buy", mentre il target price è di 31 euro per azione, suggerendo un potenziale upside di oltre il 35%. Gli analisti ritengono che il mercato sottovaluti le prospettive di crescita degli utili di Buzzi e stia penalizzando eccessivamente il titolo dal punto di vista ESG.

Il rating Buy si basa, in particolare, su: un forte contesto di prezzi del cemento; minori costi energetici e lancio di prodotti a più alto margine; un solido stato patrimoniale e una posizione di cassa netta che consenta l'espansione in mercati emergenti redditizi e maggiori rendimenti per gli azionisti; valutazione interessante con uno sconto del 40% rispetto al PE storico e uno sconto del 30% rispetto ai peer.

BofA prevede che l'effetto prezzo contribuirà direttamente a un aumento del 12% delle vendite 2023 a causa sia degli effetti carryover che di ulteriori aumenti di prezzo. Ciò più che compenserà il calo dei volumi. Inoltre, c'è ottimismo sui volumi e sui prezzi statunitensi per i prossimi anni (55% degli utili), anche perché il mercato del cemento rimane teso e i volumi dovrebbero essere sostenuti da una maggiore spesa per le infrastrutture. Questo, unito al rialzo del margine derivante dalla stabilizzazione dei costi e dalla riduzione dei prodotti di clinker, spinge le stime dell'EBITDA di gruppo 2024-25 al di sopra del consensus di circa il 9%.

Inoltre, grazie alla continua riduzione dell'indebitamento, Buzzi è passata ad avere una liquidità netta alla fine del 2022. Rispetto ai suoi peer, è l'unica net cash company, con concorrenti che hanno tipicamente rapporti debito netto/EBITDA di 1-1,5x. "Riteniamo che la sua forte posizione di liquidità netta potrebbe consentire ulteriori bolt-on, espansione/consolidamento in mercati emergenti già redditizi, maggiori rendimenti per gli azionisti o accelerazione del programma di decarbonizzazione", si legge nella ricerca.
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