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Mercato auto Europa, da dieci mesi in crescita, a maggio +18,2%

Economia
Mercato auto Europa, da dieci mesi in crescita, a maggio +18,2%
(Teleborsa) - A maggio decimo mese consecutivo di crescita per il mercato dell’auto in Europa, che registra 1.121.644 immatricolazioni (+18,2% vs 948.815 di maggio 2022). Nei primi cinque mesi il saldo positivo sale a +17,4% con 5.323.630 immatricolazioni, rispetto a 4.534.805 di gennaio-maggio 2022. Nella crescita generale di maggio l’Italia mostra la percentuale più alta (+23,1%), seguita da Germania (+19,2%), Regno Unito (+16,7%), Francia (+14,8%), Spagna (+8,3%).

La Spagna invece è prima nel computo dei cinque mesi (+26,9%) e l’Italia seconda (+26,1%), seguite da Regno Unito (+16,8%), Francia (+16,3%), Germania (+10,2%). In quanto a numero di immatricolazioni, tra i cinque maggiori mercati l’Italia copre il secondo posto a maggio e il terzo nei cinque mesi.

Il nostro Paese resta, invece, ancora all’ultimo posto per le auto “con la spina” (ECV) anche se, a maggio, la sua quota sale rispetto ad aprile di circa un punto all’8,8%, di cui 4,1% per le BEV e 4,7% per le PHEV. In questo campo il divario è ancora ampio rispetto alla Germania (BEV 17,3%, PHEV in forte calo al 5,6% per l’esclusione di questa categoria dagli incentivi da gennaio); Francia (BEV 15,6%, PHEV 8,7%); Regno Unito (BEV 16,9%, PHEV 6,2%), Spagna (BEV 4,8%, PHEV 6,5%). Anche nei cinque mesi l’Italia figura ultima con una quota BEV al 3,7% e PHEV al 4,5%, rispetto alla Germania con BEV 15,0% e PHEV 5,7%; alla Francia BEV 15,0% e PHEV 8,6%; al Regno Unito BEV 15,7% e PHEV 6,4%; e alla Spagna BEV 4,6% e PHEV 6,2%.

“L’Italia, oltre a non raggiungere gli obiettivi molto ambiziosi del Fit for 55, sta rischiando anche di diventare un mercato di serie B e un bacino di autovetture usate fra i principali Paesi europei”, è il giudizio critico del Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali. “L’Italia - aggiunge Cardinali - sta arrivando ultima anche nella gara fra i Paesi membri per attrarre gli investimenti sulla filiera elettrica ed in particolare per la produzione di batterie e il loro assemblaggio nelle gigafactory: un successo in questo campo consentirebbe invece di neutralizzare il tanto paventato impatto economico ed occupazionale della transizione energetica”.


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