Facebook Pixel
Milano 15:23
34.712 -0,06%
Nasdaq 22-ott
20.384 0,00%
Dow Jones 22-ott
42.925 -0,02%
Londra 15:23
8.265 -0,50%
Francoforte 15:24
19.396 -0,14%

Rischio povertà e inclusione, la denuncia delle associazioni: inflazione può aggravare situazione

Economia
Rischio povertà e inclusione, la denuncia delle associazioni: inflazione può aggravare situazione
(Teleborsa) - Secondo l'Istat, nel 2022 poco meno di un quarto della popolazione (24,4%) è a rischio di povertà o esclusione sociale, quasi come nel 2021 (25,2%).

"Dati da Terzo Mondo! Anche se le misure emergenziali di sostegno al reddito introdotte durante il periodo di pandemia e il reddito di cittadinanza sono certo serviti a contrastare la povertà, ridurre le disuguaglianze e sostenere i redditi, la situazione resta comunque vergognosa, non degna di un Paese civile. Avere un quarto della popolazione a rischio povertà è inaccettabile", ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.



"Il pericolo, poi, è che, con il permanere dell'inflazione, che come diceva Einaudi è la più iniqua delle tasse, la condizione di chi è in difficoltà possa ulteriormente peggiorare. Urge una politica dei redditi che, invece di promettere la riduzione delle tasse per tutti, si concentri su come aiutare in primo luogo questo 25% di italiani", ha aggiunto Dona.

“Il quadro economico attuale caratterizzato da una inflazione ancora altissima e prezzi alle stelle in settori primari come gli alimentari, rischia di aggravare la situazione economica delle famiglie, specie quelle numerose o meno abbienti – spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – I listini al dettaglio in forte crescita in numerosi comparti hanno infatti effetti devastanti sui redditi dei cittadini, che per sostenere i consumi devono ricorrere al risparmio o indebitarsi. Su tale situazione pesa poi l’incognita bollette, con i prezzi dell’energia che nei mesi invernali potrebbero impennarsi”.

“Se non sarà affrontata in modo efficace l’emergenza prezzi in Italia, i dati sulla povertà delle famiglie subiranno un inevitabile peggioramento nel corso del 2023, a danno soprattutto delle fasce meno abbienti e di chi risiede nel Mezzogiorno”, ha sottolineato Rienzi.

La punta dell’iceberg della popolazione a rischio povertà o esclusione sociale sono le oltre 3,1 milioni di persone i poveri che hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. È quanto stima la Coldiretti su dati del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti (Fead) in riferimento al report dell’lstat. Per effetto dell’inflazione alimentare più alta da 40 anni, l’Italia – ha sottolineato Coldiretti – si prepara a vivere l’estate a tavola più cara da decenni con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 630mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti, ai quali vanno aggiunti 356 mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni.

Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo – ha messo in evidenza la Coldiretti – più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro Paese non riesce a procurarsi da solo il “pane quotidiano”, ma ci sono anche oltre 90mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34mila disabili. Nel 2022 hanno ricevuto assistenza per mangiare anche 48mila ucraini proprio nell’anno in cui il Paese è stato invaso e devastato dall’esercito russo.

"Oggi l’Istat ha diffuso i dati sulle persone a rischio povertà. I dati sulla povertà effettiva del 2022 l’Istat li produrrà solo il 25 ottobre e i dati sugli sfratti del 2022 il Ministero dell’interno li produrrà solo a luglio 2023. Ma noi sappiamo già che le famiglie in povertà assoluta in affitto sono 890.000, a queste si affiancano le 650.000 famiglie con redditi bassi che sono in attesa di una casa popolare a canone sociale e che sono mediamente circa 40.000 le sentenze di sfratto per morosità incolpevole segno del peso del caro affitto su famiglie con redditi medio/bassi e spesso precari", ha dichiarato Walter De Cesaris, Segretario nazionale Unione Inquilini.

"I dati Istat dovrebbero preoccuparci e sono preoccupanti ma constatiamo l’indifferenza del Governo che assiste senza battere ciglio alla rincorsa all’aumento degli affitti, all’inflazione che incide sui redditi ma che ha i suoi effetti anche sui contratti di locazione ai quali si applica l’aumento Istat; che si appresta a togliere a oltre 300.000 persone il reddito di cittadinanza e l’allegato contributo affitto fino a 280 euro/mese; all’azzeramento dei fondi contributo affitto e morosità incolpevole unico argine e ammortizzatore sociale che impediva alle famiglie border line di cadere nella morosità", ha aggiunto De Cesaris.

Condividi
```