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Centro Studi Americani, gli esperti si interrogano sul ruolo degli aiuti di stato

Economia
Centro Studi Americani, gli esperti si interrogano sul ruolo degli aiuti di stato
(Teleborsa) - Le relazioni fra politica industriale e d aiuti di stato ed i rapporti diplomatici in ambito europeo ed internazionale, in particolare fra fra Stati Uniti ed Europa, i confronti con i provvedimenti di altri paesi quali l’Inflation Reduction Act (IRA) statunitense, l’orientamento delle istituzioni e del mercato. Sono questi i temi al centro del dibattito fra studiosi, giuristi e rappresentanti istituzionali all'incontro intitolato "Politica industriale e aiuti di stato oggi", promosso dal Centro Studi Americani, diretto da Roberto Sgalla.

Un tema estremamente attuale che influenza l'economia reale e la competitività e che riguarda da vicino l'Italia, terzo Paese in Europa per valore degli aiuti dopo Francia e Germania: sono stati erogati 51 miliardi di euro pari al 7,6% del totale.

Dopo i saluti del Direttore Sgalla e l’introduzione di Giuliano Amato, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, sono intervenuti Andrea Zoppini, Ordinario di Diritto Civile a Roma Tre, sul tema "Nuovo capitalismo e intervento dello stato", i professori Francesco De Carolis (Università Bocconi) e Daniele Gallo (Luiss) su "Finanziamento pubblico dell’economia negli Stati Uniti: l’Inflation Reduction Act" e "Sovvenzioni estere extra – UE e investimenti diretti". Tra gli speaker anche Giovanni Pitruzzella, costituzionalista e avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, intervenuto sul tema “Disciplina degli aiuti di Stato”.

Dopo gli interventi iniziali è seguita una tavola rotonda con il Sottosegretario di Stato al MEF Federico Freni, l’Amministratore delegato di Invitalia Bernardo Mattarella e il direttore generale di Assonime Stefano Firpo.

"Il rapporto tra politica industriale e aiuti di stato è molto vivo. Nel recente passato, purtroppo anche a causa di eventi drammatici, l’Italia è stato uno dei Paesi ad aver usufruito maggiormente di deroghe al divieto di aiuti di Stato. È importante però che questa situazione non diventi una regola", ha sottolineato Freni, aggiungendo "abusare degli aiuti di stato per aumentare la competitività dell’industria europea rischia di indebolire il mercato unico, creare grandi divari tra gli Stati membri, ed innescare una guerra commerciale tra USA e UE dalle conseguenze imprevedibili".

Per Zoppini "la scelta politica che l’Unione europea sta facendo pone le basi per un profondo ripensamento, in Europa, della relazione tra dritto e mercato e tra pubblico e privato, come dimostrano le molteplici misure volte a relativizzare il divieto di aiuti di Stato, ad iniziare dal Quadro temporaneo del marzo 2020, dal regolamento sugli investimenti esteri diretti del 2019 e dal regolamento sulle sovvenzioni estere del 2022". "e notifiche effettuate dagli Stati, negli ultimi tre anni, circa i finanziamenti erogati a una pluralità di imprese - ha sottolineato - hanno portato, quasi sempre, la Commissione a dichiarane la compatibilità con il diritto UE. De facto, una sospensione generalizzata del divieto di aiuti di Stato".
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