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Caro affitti, i progetti "comunitari" di Legacoop Abitanti contro la finanziarizzazione edilizia

Economia
Caro affitti, i progetti "comunitari" di Legacoop Abitanti contro la finanziarizzazione edilizia
(Teleborsa) - Nell'ultimo mese ha fatto molto rumore la protesta degli studenti universitari contro il caro affitti. Partita da Milano e poi diffusasi in tutta Italia, la mobilitazione avviata da laria Lamera – studentessa bergamasca 23enne, che nei primi giorni di maggio ha piantato una tenda davanti al Politecnico in segno di protesta – ha testimoniato la precarietà della condizione giovanile, confermando come l’emergenza abitativa sia una grande questione nazionale.

Secondo quanto calcolato da La Stampa affittare una casa è diventato più caro dell’11%, con picchi del 12,7% nelle zone più richieste – ad esempio quella del Politecnico da cui è partita la protesta – rispetto a un anno fa. Il costo medio al metro quadro si aggira intorno ai 21,73 euro, dati di aprile. La media del capoluogo lombardo è di 628 euro al mese per una singola e 1.280 per un monolocale che sale a 1.850 se si cerca un bilocale. Analoga situazione anche nelle altre grandi città, come Bologna (467 euro per una singola) e Roma (452 euro). Ma gli aumenti sono stati osservati anche al Sud: +28% a Napoli, a Bari +27,4%. L’unica città in controtendenza è Torino dove le cifre sembrano non risentire dell’aumento dei costi.

Un tema che coinvolge non solo gli studenti fuori sede, ma anche i lavoratori precari e quasi 2,5 milioni di famiglie del ceto medio sempre più impoverito per le quali è insopportabile il livello attuale, ad oltre il 30%, dell’“indice di accessibilità”, che misura la percentuale del reddito di una famiglia necessario a pagare un mutuo per comprare casa o a sostenere il costo di un affitto. "Eppure – ha denunciato Legacoop Abitanti in una nota –, mentre la casa è diventata sempre più rendita e sempre meno abitazione, le risorse destinate alle politiche per l’Abitare sono pari solo a mezzo punto di PIL". Per tale ragione Legacoop Abitanti ha deciso di proporre "modelli abitativi mutualistici, di segno opposto alla finanziarizzazione e all’accumulazione del patrimonio edilizio, con una logica non speculativa e a base comunitaria, in grado di promuovere inclusione sociale".

“Per quanto riguarda i giovani, non solo studenti ma anche lavoratori – ha sottolineato Rossana Zaccaria, presidente di Legacoop Abitanti - la cooperazione di abitanti ha realizzato esperienze rilevanti, tra cui quella nell’ambito della rete ‘Milano 2035’ che ha lavorato sul tema dell’abitare giovanile, con accezione sociale e collaborativa, evidenziando le peculiarità della domanda e indicando come cause escludenti non solo l’accessibilità economica, ma anche la rigidità dell’offerta abitativa e la mancanza di un sistema di garanzie volto a favorire un target strutturalmente sempre più precario”.

La rete, in particolare, ha realizzato 9 nuovi progetti di abitare collaborativo, con 219 posti letto destinati al target, come quelli della cooperativa Dar Casa (Carbonia 3 e Grigioni 2035; 400 euro al mese la stanza singola e 275 il posto letto in doppia, spese incluse), di Cohabitat Lambrate, di CCL e di Deltaecopolis. Da ricordare, oltre la rete Milano 2035, il progetto Ospitalità Solidale che ha messo in campo un modello innovativo che prevede la riqualificazione di alloggi pubblici in condizioni di degrado, con integrazione di risorse cooperative, un canone di 380 Euro al mese per il monolocale, con attività di accompagnamento dei singoli abitanti, gestione degli spazi ad uso diverso, attività di vicinato solidale che hanno sviluppato solidarietà, collaborazione, partecipazione.

Si è aperta ora una seconda fase, per l’avvio della quale il ministero dell’università e della ricerca ha da poco pubblicato un avviso per il reperimento di immobili che diversi soggetti, tra cui le Regioni e gli Enti Locali, possono mettere a disposizione. “Per gli studentati – ha concluso Zaccaria – si apre così un’opportunità sulla quale la cooperazione intende mettere in campo le proprie proposte, consolidando ed estendendo pratiche non speculative. In ogni caso, il tema della crisi dell’abitare impone una strategia nazionale che, per avere dei risultati, deve essere di lungo periodo, richiede risorse pubbliche per garantire affitti accessibili rispetto alla reale condizione della domanda e una forte collaborazione tra istituzioni e soggetti, come la cooperazione, in grado di accompagnare processi complessi con competenze di gestione in grado di produrre impatti sociali e una nuova cultura dell’abitare”.
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