(Teleborsa) - "L'Associazione Magistrati della Corte dei conti manifesta sconcerto e stupore in merito alle possibili e prossime iniziative del Governo, riportate dagli organi di stampa, volte a ridurre gli ambiti di competenza della magistratura contabile sul fronte del controllo concomitante e a prorogare di nuovo e inopinatamente il cosiddetto 'scudo erariale', introdotto nel 2020, ormai in scadenza". Risponde, così, l'
Associazione Magistrati della Corte dei conti alla notizia del provvedimento all'esame delle commissioni Affari Costituzionli e Lavoro della Camera. Il governo starebbe lavorando a una serie di emendamenti da inserire nel decreto sulla P.a per semplificare l'attuazione del Pnrr. Tra questi ce ne sarebbe uno che riguarda il
"controllo concomitante" da parte della Corte dei Conti e uno sulla
proroga del cosiddetto scudo erariale che limita la possibilità di contestare il danno erariale solo ad alcuni casi più rilevanti.
"L'Associazione, in accordo con i vertici della Corte dei conti, – prosegue la nota – ha sempre mostrato disponibilità al dialogo affinché potessero essere introdotte riforme meditate, frutto di una pacata riflessione, per adeguare le forme di controllo, anche giurisdizionale, alle sfide attuali e, allo stesso tempo, garantire che le risorse pubbliche, soprattutto se di provenienza comunitaria, siano ben spese, nell'interesse di tutti i cittadini. Il
controllo concomitante è stato istituito ai sensi dell'articolo 22 del d.l. n. 76/2020 con il chiaro intento di accelerare gli interventi di sostegno e di rilancio dell'economia nazionale e non di esserne un freno. La norma temporanea dell'art. 21 dello stesso decreto
('scudo erariale') ha aperto uno spatium di impunità che va a vantaggio del funzionario infedele e di chiunque sperperi le risorse pubbliche".
In tale scenario l'Associazione "ribadisce sin d'ora con forza la preoccupazione per tali possibili iniziative estemporanee, gravemente lesive del principio di autonomia e indipendenza della magistratura, e ripropone l'invito al Governo ad istituire un
tavolo di confronto sulle riforme, ritenendo che lo sviluppo del Paese passi attraverso la costruzione di un percorso di legalità, nel quale ciascuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo, nel rispetto delle reciproche attribuzioni".
Il monito della Corte dei conti arriva nel giorno in cui il
comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, ha evidenziato come "il rischio che il Pnrr finisca nelle mani della criminalità organizzata" sia "abbastanza alto". "Insieme al ministero dell'Economia, la Ragioneria generale e tutte le amministrazioni statali coinvolte – ha fatto sapere De Gennaro – abbiamo già predisposto delle contromisure e dandoci delle regole di ingaggio non solo per la repressione a monte quando il danno è fatto ma anche in fase di prevenzione".