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Fiducia, Associazioni consumatori: "Dato riflette incertezze quadro economico"

Il commento ai dati diffusi dall'Istat. Confesercenti: "Pesa erosione potere d'acquisto". Federconsumatori: "Governo e aziende intervengano con operazioni di ribasso dei prezzii"

Economia
Fiducia, Associazioni consumatori: "Dato riflette incertezze quadro economico"
(Teleborsa) - Un dato annunciato, che riflette la realtà dell'attuale quadro economico, sul quale pesa l'erosione potere d'acquisto data dalla mancata discesa dei prezzi. Il segnale che arriva dalle associazioni dei consumatori non è di allarme ma racchiude un monito al governo affinché intervenga con misure atte a calmierare i listini. Questo, in sintesi, il commento delle associazioni dei consumatori alle stime dell'Istat sulla fiducia dei consumatori che, per il mese di maggio 2023, rilevano una riduzione della fiducia dei consumatori da 105,5 a 105,1.




"La riduzione della fiducia dei consumatori e degli imprenditori rilevata a maggio non è affatto grave ma – evidenzia l'Ufficio Studi di Confcommercio – riflette direttamente le incertezze che caratterizzano il quadro economico, a cominciare dall'inflazione il cui riassorbimento potrebbe essere più lento del previsto. Lo stesso peggioramento del sentiment presso le imprese del turismo va interpretato come un fisiologico riallineamento su valori comunque elevati, dopo lo strappo di aprile. Nel complesso, allo stato attuale, sarebbe, quindi, prematuro leggere lo stop della fiducia come l'inizio di una fase di ripiegamento dell'attività economica che, in ogni caso, appare in moderato rallentamento come si evince dalle recenti dinamiche della produzione industriale e delle vendite al dettaglio".

"Il mese di maggio segna una battuta d'arresto per la fiducia di famiglie ed imprese: il dato odierno sul clima di fiducia di consumatori ed imprese registrato dall'Istat segnala, infatti, due cali paralleli, ad indicare che sia le aspettative che la situazione reale sono, purtroppo, ancora incerte – afferma l'Ufficio economico di Confesercenti –. Sul versante dei consumi, in particolare, la situazione è ancora critica, con un rientro dell'inflazione più lento del previsto e che per tre anni si manterrà, comunque, abbondantemente al di sopra del 2%: con questi andamenti il potere d'acquisto delle famiglie continuerà ad essere eroso ed il livello di spesa si manterrà ancora al di sotto dei livelli pre-crisi. In questo contesto, perciò, la priorità rimane salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie. In particolare, la riforma fiscale deve puntare a neutralizzare gli effetti del fiscal drag correlato all'accelerazione dell'inflazione, che rischia di annullare gli effetti positivi della riforma stessa sul potere d'acquisto delle famiglie".

"Da tempo invitavamo alla cautela sui dati relativi alla fiducia dei consumatori: dopo l'entusiasmo iniziale dato dai primi cali del costo dell'energia, una volta visto che i costi di beni e servizi non sono affatto diminuiti ma son rimasti invariati, su livelli altissimi, l'ottimismo – sottolinea Federconsumatori – è svanito ed è scattato, purtroppo, un clima di generale sconforto. Un andamento prevedibile, in un certo senso annunciato, a cui solo il Governo e le aziende possono rispondere con operazioni di ribasso dei prezzi e sanzioni a chi non effettua i dovuti adeguamenti. A tal proposito, si è tenuta ieri la commissione di allerta prezzi di cui Federconsumatori fa parte, insieme ad Adoc e Assoutenti in rappresentanza delle Associazioni dei Consumatori riconosciute dal CNCU: in tale occasione ha avuto luogo una discussione, in cui le aziende accampavano le scuse e le motivazioni più svariate per giustificare il susseguirsi di aumenti a nostro avviso inammissibili.
Riteniamo sia giunto il momento di porre fine a questa situazione, per questo Federconsumatori ha proposto la realizzazione di Osservatori Territoriali presso le Prefetture, con la partecipazione delle Associazioni dei Consumatori riconosciute. Questi condurranno delle serie e dettagliate azioni di monitoraggio sui prezzi di un paniere di beni, con un apposito applicativo, che dovranno condurre, in presenza di scorrettezze o fenomeni poco chiari, ad un tempestivo intervento sanzionatorio da parte di Mr Prezzi e delle Autorità preposte. I rincari, per le famiglie, continuano infatti ad avere ripercussioni insostenibili: secondo le stime dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, con l'inflazione attuale, ammontano a 2.443,60 euro annui a famiglia. Aumenti che non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti. Queste ultime, ma non solo, sono ancora costrette a mettere in atto rinunce e sacrifici: secondo le rilevazioni dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i cittadini continuano a ridurre i consumi di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); a ricercare sempre più assiduamente offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 49% dei cittadini); ad effettuare acquisti presso i discount (+11,9%). Questa dinamica accresce le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese: per questo si rende sempre più urgente che il Governo affronti questa emergenza con misure in grado di aiutare e sostenere in maniera strutturale e duratura le famiglie, specialmente quelle con minore possibilità di spesa. Si possono trovare i fondi per mettere in atto tali interventi attraverso il potenziamento della lotta ai fenomeni speculativi, all'evasione e all'elusione fiscale, nonché disponendo un aumento della tassazione su extraprofitti (non solo in campo energetico) e rendite finanziarie".

"Effetto realtà! Dopo il rialzo illusorio di aprile, dovuto ai ponti e al primo periodo di vacanze primaverili degli italiani, si torna al modo reale e ai problemi irrisolti degli italiani – afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori –. Infatti, non solo peggiorano sia i giudizi che le attese sulla situazione economica dell'Italia, ma anche quelli sulla famiglia. In particolare le attese sulla condizione economica della famiglia precipitano fa -11,3 a -14,8, ben 3,5 punti percentuali. Insomma, il Governo continua a navigare a vista, senza alcuna svolta nella sua politica economica, troppo fiacca per incidere sulla condizione di difficoltà delle famiglie".

"Dopo la positiva ripresa dei mesi scorsi, legata soprattutto al calo delle bollette di luce e gas e alle ripercussioni sul tasso d'inflazione, l'indice sulla fiducia torna a diminuire – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. È evidente che la crescita dei prezzi al dettaglio registrata nell'ultimo periodo, e listini in costante aumento per i beni più acquistati dalle famiglie, dagli alimentari al carrello della spesa, abbia influito sul clima di fiducia e sulle aspettative dei consumatori. Il calo della fiducia è un segnale preoccupante perché si riflette sulla propensione alla spesa dei cittadini, e ribadiamo ancora una volta la necessità di un intervento del Governo attraverso misure specifiche tese a calmierare i listini al dettaglio, specie per i beni primari di cui le famiglie non possono fare a meno".





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