(Teleborsa) - La strategia di
UniCredit riguardo l'M&A è "steady as she goes", in quanto "c'è
molto più valore da creare riacquistando azioni della banca che perseguendo acquisizioni", anche perché "un certo numero di obiettivi di M&A sono alimentati dalla speculazione, ma a questi livelli non hanno alcun senso", pur avendo senso da un punto di vista strategico e industriale. Lo ha affermato
Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, nel media briefing che ha seguito la
pubblicazione dei risultati al 31 marzo 2023.
"L'
M&A è solo un tool - ha ricordato - Ed è perseguibile se aumenta gli utili per azione della banca, ma se facciamo buyback possiamo fare la stessa cosa".
In merito all'andamento del
secondo trimestre, Orcel ha sottolineato che siamo solo all'inizio, e quindi è difficile fare previsioni puntuali, ma ha detto che i trend sono poco diversi da quelli osservati nei primi tre mesi dell'anno. "Il settore chiaramente avrà un
impatto dall'aumento dei tassi, e vediamo cosa succede questa settimana, ma questo sarà positivo", ha detto l'AD, sottolineando di vedere
dinamiche simili al 1° trim in quanto a pass-through, liquidità e costo del rischio.
Sul fronte delle
turbolenza bancarie, il numero uno di UniCredit ha detto che "gli shock e la fragilità nel sistema bancario negli Stati Uniti e Svizzera sollevano domande su come le banche operano, ma credo che siano
eventi idiosincratici con limitati effetti sul settore bancario europeo. Inoltre,
UniCredit ha una forza specifica e i nostri risultati sottolineano la nostra resilienza e la trasformazione in corso".
In un altro passaggio, ha evidenziato come nell'eurozona non ci sia alcuna double regulation e di "
non aver visto nessun indicatore che è stato osservato negli USA". Ovviamente, la situazione viene monitorata attentamente, perché - al di là dei fondamentali - le ripercussioni per il settore bancario europeo "possono venire da una crisi di fiducia generalizzata".
Il banchiere sottolineato che c'è una
situazione "completamente differente", rispetto agli Stati Uniti, in quando a
depositi e liabilities base. Inoltre, la base di depositi di Unicredit è "frammentata e stabile", anche perchè quelli retail sono molto "sticky" e il comportamento della aziende clienti - sopratutto le PMI - è ben diverso dagli clienti high-net-worth di alcune banche statunitensi.
Analizzando la perfomance di UniCredit, Orcel ha sottolineato l'utile netto record del primo trimestre e la capacità di realizzare 3,4 miliardi di euro di capitale generato organicamente. "
Non penso ci siano molte banche che possono distribuire agli azionisti al nostro livello e allo stesso tempo rafforzare il capitale come abbiamo fatto - ha detto - Tutto ciò genera interesse e ownership nelle nostre azioni".