(Teleborsa) - L'
ammontare investito nelle startup italiane sia da operatori domestici che esteri è stato pari a
160 milioni di euro nel primo trimestre del 2023, in
diminuzione del 63% rispetto ai 420 milioni nello stesso periodo del 2022. Questa somma è distribuita su 49 round, anch'essi in diminuzione rispetto alle 93 operazioni del primo trimestre del 2022. È quanto emerge dall'aggiornamento trimestrale del Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor – VeM, realizzato da AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) e Liuc - Università Cattaneo.
Scendendo nel dettaglio, i primi tre mesi del 2023 si chiudono con 54 operazioni (
initial e follow on); erano 99 lo scorso anno nel medesimo periodo (-45%). Se si guarda solo ai nuovi investimenti,
initial, questi sono stati 50 rispetto agli 86 del Q1 2022.
Su questi dati pesa l'
assenza di round di grandi dimensioni, da oltre 100 milioni di euro. Al contrario, si registra un aumento dell'ammontare investito in realtà estere fondate da imprenditori italiani che passa da 83 milioni del Q1 2022 a oltre 130 milioni di euro, con un numero di operazioni in linea rispetto all'anno precedente (5 round rispetto ai 6). Sommando queste due componenti, il totale complessivo si attesta a 291 milioni di euro (erano oltre 500 milioni nel medesimo periodo del 2022).
"Dopo due anni di grande crescita, i numeri risentono di un calo fisiologico che rispecchia la frenata mondiale del settore - dovuta anche alle crisi in corso - e dell'assenza dei grandi deal", ha commentato
Anna Gervasoni, direttrice generale di AIFI, durante la presentazione dei dati.
"Normalmente i primi trimestri dell'anno sono sempre in rallentamento, con l'eccezione del 2022, ma questo
rallentamento non intacca le basi del mercato, che restano sono solide e grazie alle quali confidiamo in una ripresa nei prossimi mesi", ha spiegato Giovanni Fusaro, componente dell'Ufficio Studi di AIFI.
Fusaro ha anche sottolineato "l'
attenzione crescente degli investitori di venture capital verso la green transition dal 2021", con i settori prevalenti rappresentati da energia e ambiente, ICT, agrifood, e con una deal origination che - in media - vede 1 deal su 5 proveniente dal mondo della ricerca.
(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash)