(Teleborsa) -
La riforma del Fisco passerà prioritariamente per un
ampliamento della fascia della prima aliquota, quella più bassa, in modo da ottenere il massimo beneficio per dipendenti e pensionati. Lo ha confermato il
viceministro all'Economia Maurizio Leo, anticipando qualche dettaglio a Sky Tg24.
"Abbiamo detto che sicuramente se
si lavorerà sulle tre aliquote", ha ricordato Leo, parlando della
riforma dell'Irpef e ribadendo le anticipazioni della Premier Meloni a Rimini, che si lavora ad un
"ampliamento dello scaglione della prima aliquota", perché così facendo
"ne trarranno beneficio lavoratori dipendenti e pensionati". "E uno dei nostri obiettivi
non penalizzare assolutamente i
redditi da lavoro dipendente", ha ricordato il Viceministro, che ribadisce anche il principio di
"equità orizzontale" ovvero "tutti devono pagare allo stesso modo".
Nulla è ancora deciso ed, in vista dei
calcoli della Ragioneria generale dello Stato, Leo ha espresso prudenza, precisando
"vedremo dove si fermerà l’asticella". La prima aliquota è quella del 23%, che oggi copre una fascia fino a 15mila euro. Una estensione potrebbe voler dire ampliare la platea sino ai redditi al di sotto di 28mila euro che, stando a quanto riportato dal Corriere della sera, significherebbe un risparmio leggermente superiore ai 200 euro.
L'obiettivo ultimo da raggiungere
"non subito ma a fine legislatura" - ha sottolineato - è
"andare gradualmente verso una flat tax" che "tenga presente il principio di progressività"- A questo obiettivo "si può arrivare con meccanismi di
detrazione e di
no tax area", ha suggerito Leo, concludendo "intanto cominciamo con le tre aliquote".
L'altro tema della riforma sarà riordinare e ridurre la selva delle tax expenditures - oltre 600 tra deduzioni, detrazioni e crediti di imposta - che il governo vuole ridurre attraverso un "lavoro selettivo" ed una "potatura intelligente", per scartare quelle anacronistiche e mantenere quelle che hanno ancora ragion d’essere, come le detrazioni su interessi di mutui, spese sanitarie e di istruzione.
Quanto all'
IVA, non si toccherà l'aliquota del 4% ma quelle del 5% e 10%, mentre
si ipotizza una IVA zero sui prodotti per l’infanzia e sui beni primari.
Il viceministro di Fratelli d'Italia, infine, ha parlato anche di
semplificazione, ricordando che "la frammentarietà delle regole tributarie non invogliava gli investitori a venire in Italia" e che i governo intende intervenire sulla
riscossione "rendendola più semplice e più accessibile", e "
superando gradualmente il ruolo, con le due possibilità della riscossione spontanea e della riscossione coattiva".