(Teleborsa) -
L'ennesima svolta negoziale del lungo divorzio di
Londra dall'Ue si consuma , questa volta, spinoso
dossier dell'Irlanda del Nord.
L'intesa - suggellata dopo poco meno di sette anni dal referendum che sancì la Brexit - porta le firme del Primo ministro
Rishi Sunak e della presidente della Commissione europea Ursula
von der Leyen. In pratica, si è trattato di ufficializzare una revisione del protocollo nordirlandese firmato dal governo di
Boris Johnson con Bruxelles, rimesso successivamente in causa da Londra e oggetto di mesi di controversieUn sistema di corridoi verdi e rossi che distinguerà i commerci interni (liberati da ogni laccio burocratico) da quelli dei soli prodotti "a rischio di esportazione" verso l'Ue, tra le maggiori novità ma anche garanzia sull'equiparazione fra Ulster e Gran Bretagna nella disponibilità senza barriere di cibo, medicinali, sementi e altri prodotti nazionali di base.
Particolarmente importante l'introduzione del
"freno di salvaguardia" messo a disposizione delle istituzioni nordirlandesi "
democraticamente elette" su eventuali modifiche legislative di Bruxelles che dovessero riguardare Belfast: freno che potrà all'occorrenza tradursi in un diritto di veto ad hoc esercitabile attraverso il governo centrale del Regno Unito. In cambio
Londra appare peraltro destinata a continuare ad accettare un qualche ruolo della Corte di giustizia europea quale arbitro ultimo di eventuali contenziosi.
La
Carta di Windsor apre dunque un nuovo capitolo nelle relazioni" bilaterali, come hanno voluto sottolineare i due protagonisti dell'intesa, nel corso della conferenza stampa congiunta finale, scambiandosi sorrisi, non senza tutelare sia "l'integrità del mercato unico" (ha detto von der Leyen); sia "la sovranità dell'Irlanda del Nord" (ha ribadito dal canto suo, Sunak).