(Teleborsa) - Oggi vorrei parlare della contestata
direttiva europea sull'efficientamento energetico degli immobili. Questa proposta di direttiva approderà il prossimo 9 febbraio alla Commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo. E come sempre andiamo per punti:
1 - La normativa CASA GREENPosto che attualmente le
classi energetiche degli immobili sono
dieci: si parte
dalla G, la meno efficiente, per arrivare
alla A4, la più efficiente, la direttiva in esame prevede infatti che gli edifici raggiungano almeno la classe
E entro il 2030 e poi la classe
D entro il 2033. Lo scopo è quello di spingere i proprietari ad effettuare interventi di efficientamento energetici sulle proprie abitazioni, intervenendo su caldaie, cappotti termici, infissi e così via.
2 - Il problema del valore degli immobili E' del tutto evidente che gli
obblighi previsti dalla direttiva sono perfettamente
in grado di depauperare il valore degli immobili nelle classi energetiche inferiori. E questo, verosimilmente, non dal 2033, ma
da subito. E' evidente che il prezzo di acquisto di un immobile in classe G sconterà già da oggi la necessità di intervenire con una riqualificazione energetica dell'immobile.
3 -La situazione italianaDecisamente più
preoccupante è lo scenario italiano in quanto una parte del nostro patrimonio residenziale è piuttosto agée e quindi non particolarmente efficiente dal punto di vista energetico. Più in particolare il
35% delle abitazioni in Italia è in casse G ed
il 26% è in classe F. L'ANCE, l'associazione dei costruttori edili, ci ricorda che
su 12 milioni di immobili residenziali ben
9 milioni andrebbero ristrutturati per essere in linea cn la direttiva in esame.
4 - Banche e garanzieIl valore dell'immobile non è l'unico problema e, infatti, la direttiva in esame colpisce un mercato immobiliare già stressato dall'aumento die tassi, anche sul fronte dei mutui ipotecari e fondiari erogati dalle banche. E' evidente che la direttiva potrebbe
costringere la banca ad assumere un atteggiamento molto cauto nell'acquisire in garanzia un immobile in fascia energetica bassa, proprio per il rischio di un
deprezzamento del suo valore. E non si può neanche escludere che la
BCE, preoccupata dalla possibile oscillazione del valore delle garanzie acquisite dalla banca,
intervenga direttamente sugli Istituti, nella migliore delle ipotesi con una
moral suasion volta a limitare l'acquisizione in garanzia di immobili poco efficienti energeticamente, nella peggiore delle ipotesi
con degli specifici accantonamenti a fronte di garanzie considerate più ballerine.
Conclusioni Nell'attuale scenario di crisi multipla appare
indispensabile che il governo continui a fare ogni sforzo per
evitare che questa direttiva colpisca alla gola il nostro comparto immobiliare ed il risparmio degli italiani, anche perché la transizione ecologica va assolutamente sostenuta, ma l'ambientalismo talebano può lasciare ferite molto profonde, baserà ricordare a questo proposito che in una prima stesura la direttiva in esame prevedeva il folle divieto di locare o compravendere abitazioni che non fossero in linea con le classi energetiche della direttiva.