(Teleborsa) - Dall'inizio della stagione più fredda
sono già due milioni e mezzo gli italiani messi ko da influenze o sindromi parainfluenzali, 760mila solo nell'ultima settimana. Di fatto, il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E non riguarda solo il nostro Paese visto che la situazione sembra essere praticamente la medesima anche guardando fuori dai nostri confini.
Cosa sta succedendo?
Per dare una risposta occorre tirare fuori l'espressione "debito immunitario", usata tra i primi da alcuni studiosi francesi che nel 2021 nel Documento di posizione del Pediatric Infectious Disease Group si sono espressi sull
a "mancanza di stimolazione immunitaria" dovuta alla "ridotta circolazione di agenti microbici e al ridotto assorbimento del vaccino". Scenario che secondo gli scienziati ha causato un
"debito di immunità con una percentuale crescente di persone suscettibili". Poi il riferimento specifico alla strategia anti Covid: "L’attuale pandemia di COVID-19 ha imposto una serie di misure igieniche senza precedenti nella storia (distanziamento, mascherine, lavaggio delle mani, numero ridotto di contatti, ecc.). Questi interventi personali non farmaceutici (NPI) hanno contribuito a limitare la trasmissione di SARS-CoV-2,
ma hanno anche ridotto la diffusione di altri agenti patogeni".In un anno tipico, "possiamo essere esposti a una
piccola quantità di virus che l’organismo combatte -, ha spiegato anche John Tregoning, immunologo dell’Imperial College di Londra -.
Ma questo tipo di potenziamento asintomatico forse negli ultimi due anni c’è stato".
Tradotto in parole povere: in questi ormai due anni, le misure anti-Covid hanno funzionato, facendo crollare i casi di influenza e di altre malattie respiratorie, questa però è la prima stagione influenzale senza distanziamenti e mascherine e sta offrendo ai virus l'occasione di
tornare alla carica. Insomma, sembra proprio che dovremo scontare il
debito di infezioni registrato nel 2020-2021.