(Teleborsa) -
La recente scoperta di 24 bronzi etrusco-romani rinvenuti intatti presso le terme etrusche di
San Casciano dei Bagni ha riportato d'attualità i
due Bronzi di Riace, rinvenuti in mare intatti nel 1972. L’audace parallelismo delle statue etrusche ha
sollevato commenti, discussioni e qualche critica, ma in pochi sanno che proprio
all’arte etrusca si deve una delle ipotesi interpretative più convincenti
sull’identità dei due bronzi, che proprio quest'anno celebrano il 50esimo anno dal ritrovamento.
Il
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ha così deciso d organizzare per oggi,
24 novembre, un incontro di
studio sugli Etruschi. La loro adozione di temi e schemi narrativi della
cultura greca nell’arte visiva fu tale che proprio nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ha trovato seguito
l'ipotesi formulata più di vent’anni fa da
Paolo Moreno di identificare nei Bronzi di Riace
due degli eroi protagonisti della saga dei
"Sette contro Tebe", Tideo (bronzo A) e Anfiarao (bronzo B). Questa ipotesi, che sembra reggere anche alla prova del tempo, nasce da una
precedente identificazione di Giovanni Colonna nell’altorilievo in terracotta policroma dal frontone del Tempio A di Pyrgi (470-460 a.C.), dove si scorge la figura di Tideo, con i suoi denti ben visibili, mentre morde il cranio di Melanippo. Un forte parallelismo con la ferocia che caratterizza anche il Bronzo A di Riace, che secondo questa teoria è stata
plasmata da un Etrusco ispiratosi ai miti greci.
Dal 16 agosto 1972, quando le due sculture in bronzo furono
recuperate dal mare antistante Riace, in Calabria, sono sorti molti
interrogativi, soprattutto sull'identità dei due personaggi raffigurati. Se per
Ranuccio Bianchi Bandinelli erano da considerare due
opere "di altissimo artigianato", la storia degli studi sui Bronzi di Riace ha fatto scendere in campo i nomi degli
artisti più prestigiosi dell’antichità: Mirone, Policleto, Fidia, solo per ricordarne alcuni. Per il soggetto le ipotesi hanno spaziato tra eroi del mito, personaggi storici, atleti, strateghi. La rimozione delle armature prima di caricarli sulla nave testimonia in ogni caso
la cura con la quale le due opere furono trattate: non si trattava di bronzi strappati dalla loro collocazione e portati via solo per fame di metallo, di materia prima, ma
opere a cui evidentemente si riconosceva un valore artistico e forse anche didascalico, per la tipologia dei personaggi rappresentati.