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Cambi, volatilità in attesa risultati midterm e dato inflazione USA

Finanza
Cambi, volatilità in attesa risultati midterm e dato inflazione USA
(Teleborsa) - La volatilità si tocca con mano sul mercato dei cambi, in particolare sul cross euro-dollaro con la valuta statunitense che perde terreno, in attesa questa sera dei risultati delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti. Secondo i vari sondaggi, il voto potrebbe consegnare agli Stati Uniti un Congresso diviso o a maggioranza repubblicana che potrebbe avere la meglio nel confronto delle urne.

Quali implicazioni per i mercati?
Secondo Abigail Watt, Research Economist di abrdn Research Institute gli esiti più probabili sono un Congresso diviso, con i Democratici che mantengono il controllo del solo Senato, oppure una vittoria netta dei Repubblicani. "La probabilità di una vittoria netta è aumentata nelle ultime settimane, con i sondaggi relativi ai seggi chiave del Senato sempre più a favore dei repubblicani e i sondaggi generici schierati contro i democratici". Entrambi gli esiti - spiega l'esperto - porterebbero a un maggiore stallo politico, con il blocco del programma di politica interna di Biden, un maggiore peso delle misure esecutive e della politica estera e un minore sostegno fiscale in caso di recessione negli Stati Uniti.

Le conseguenze si ripercuoteranno anche sulle elezioni del 2024 - dice Watt - "seguiremo con attenzione le performance dei candidati repubblicani appoggiati da Trump, ma una vittoria netta porterà i democratici progressisti a chiedere esplicitamente a Biden di adottare un approccio di governo totalmente diverso". È improbabile che i mercati si lascino sorprendere da uno dei due risultati, pertanto l'unico scenario in grado di influenzare significativamente i mercati nel breve termine sarebbe l’eventuale mantenimento di entrambe le camere da parte dei Democratici.

Tuttavia - conclude l'esperto - in caso di una vittoria netta, il Partito Repubblicano potrebbe avviare una procedura di impeachment e assumere una posizione molto più conflittuale nei negoziati sul bilancio e sul tetto del debito. Tutto ciò provocherebbe una maggiore volatilità dei prezzi degli asset, ostacolando la gestione delle conseguenze dell'imminente recessione.

Occhi su inflazione USA
Nel frattempo sui mercati intanto già sale l'attesa per il dato chiave sull'inflazione (IPC) statunitense. "Riteniamo che l'IPC core aumenterà dello 0,45% mese su mese (m/m), un dato moderatamente meno negativo rispetto al ritmo dello 0,6% mese su mese registrato a settembre, e che aumenta il rischio di una sorpresa al ribasso rispetto al consenso (0,5% m/m)" - affermano
Tiffany Wilding, North American Economist e Allison Boxer, Economist di PIMCO -. In questo modo, l’IPC core scenderebbe al 6,5% su base annua. Riteniamo che i fattori di spinta saranno simili a quelli dell'ultima volta, con l'attenzione rivolta ancora all’entità con cui il precedente vigore nei mercati degli affitti si sta tuttora manifestando nelle rilevazioni dell'IPC. Parallelamente "vediamo alcuni motivi a favore di un miglioramento modesto e un maggiore rischio di ribasso rispetto agli ultimi mesi. È importante notare che, anche se vediamo maggiori rischi di ribasso in ottobre, pensiamo che ciò sia dovuto a fattori una tantum che probabilmente faranno marcia indietro nei prossimi mesi".

C'è molta più incertezza del solito, data la contrapposizione tra i prezzi all'ingrosso più bassi degli ultimi mesi e la domanda generata dalla distruzione dei veicoli a causa dell'uragano Ian - aggiungono gli esperti -. "Sebbene prevediamo per i prossimi mesi un generale rischio di rialzo dell'IPC dovuto all'uragano, pensiamo che sia possibile che gli effetti ritardati dell'indebolimento dei prezzi all'ingrosso continuino a emergere nell'IPC di ottobre. Nel frattempo, si prevede un peggioramento dell'IPC complessiva (consenso al +0,7% m/m contro il precedente 0,4% m/m). Di recente, i prezzi dell'energia sono aumentati e gli indicatori di alta frequenza suggeriscono un andamento dell’inflazione alimentare leggermente migliore, ma ancora allarmante. L'Università del Michigan pubblicherà ugualmente i dati preliminari sulle aspettative di inflazione di novembre, anche se venerdì i mercati sono chiusi negli Stati Uniti per il Veteran’s Day".

(Foto: Patrick Hermans - stock.adobe.com (ex Fotolia.it))
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