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Nidi, ISTAT: con pandemia giù iscrizioni e frequenza

Economia
Nidi, ISTAT: con pandemia giù iscrizioni e frequenza
(Teleborsa) - Al 31 dicembre 2020 sono attivi sul territorio nazionale 13.542 servizi per la prima infanzia, quasi 300 in meno rispetto all’anno precedente (-2,1%). I posti complessivi sono 350.670, di cui il 49% all’interno di strutture pubbliche, con un saldo negativo di circa 10.600 posti (-2,9%).




E' quanto rileva l'Istat in un report nel quale si sottolinea che i servizi educativi per la prima infanzia, così come gli altri segmenti del comparto dell’istruzione, dal 2020 hanno risentito dell’impatto della pandemia da Covid-19, che ha comportato periodi di chiusura
delle strutture e interruzioni della frequenza da parte di molti bambini.


Dal punto di vista della disponibilità dei servizi sul territorio, permangono ampissimi divari a sfavore delle famiglie residenti nel Mezzogiorno e nei Comuni più piccoli. Il Nord-est e il Centro Italia, alla fine del 2020, consolidano la copertura dei posti disponibili rispetto ai bambini sotto i tre anni sopra il target europeo del 33% (rispettivamente 35% e 36,1%); il Nord-ovest è sotto l’obiettivo ma non è distante (30,8%), mentre le Isole (15,9%) e il Sud (15,2%), che pur registrano un lieve miglioramento, sono ancora lontani dal target.

A livello regionale i livelli di copertura più alti si registrano in Umbria (44%), seguita da Emilia Romagna (40,7%) e Valle d’Aosta-Vallée d'Aoste (40,6%), Toscana (37,6%) e Provincia Autonoma di Trento (37,9%). Anche il Lazio e il Friuli-Venezia Giulia dal 2019 hanno superato la soglia del 33% (rispettivamente 35,3% e 34,8%), in coda Campania e Calabria, ancora sotto il 12%.

Una sezione aggiuntiva dell’Indagine ha raccolto informazioni riguardo le criticità affrontate e le misure adottate dai Comuni durante l’anno educativo 2020/2021 per l’emergenza Covid-19.
Il principale problema riscontrato dai Comuni che offrono il servizio è stato l’aumento dei costi di gestione, segnalato dal 74% dei Comuni. Questo aspetto è evidenziato soprattutto dai Comuni del Nord (l’81%), meno da quelli del Centro (60%) e del Mezzogiorno (48%). Si segnalano inoltre difficoltà legate al ritiro dei bambini iscritti (45%), al calo delle iscrizioni e alla carenza di risorse economiche (37%). Il 29% dei Comuni ha riscontrato difficoltà da parte delle famiglie a pagare le rette.

Molte anche le difficoltà organizzative: riorganizzazione del lavoro delle sezioni per mantenere gruppi stabili (43%), gestione dei servizi in presenza di casi Covid accertati (35%), insufficienza di personale (23%), difficoltà di approvvigionamento di materiali, prodotti e dispositivi di protezione individuale (14%), insufficienza degli spazi disponibili in relazione al numero di iscrizioni (11%), esubero di personale (4%). Infine, il 39% dei Comuni ha dichiarato criticità nella gestione delle relazioni con i genitori.


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