(Teleborsa) - "La
prima parte dell'anno è stata ancora caratterizzata da un
roller coaster dei costi. Ad aprile abbiamo avuto il secondo picco di costo sull'acciaio al carbonio, che è uno dei componenti del materiale che usiamo di più. Il volume di fatturato per tutto il gruppo - che è costituito da quattro società di cui una in Romania e tre in Italia - è aumentato di circa 5/6 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno, l'EBITDA è stato leggermente inferiore di 300-400 mila euro per questo aumento di costi che ha eroso la
marginalità, che stiamo recuperando lentamente man mano che le commesse prese ai vecchi costi si stanno esaurendo". Lo ha detto a Teleborsa
Gianluigi Mussinelli, amministratore delegato di
Sebino, a margine della terza edizione di NextGems, la investor conference organizzata da T.W.I.N e Virgilio ir.
"Siamo molto soddisfatti dalla parte del mercato di spegnimento, un mercato molto attivo in cui siamo stati costretti
più volte a rinunciare a progetti perché fisicamente non riuscivamo a fare né la parte di progettazione che di esecuzione", ha aggiunto il numero uno del system integrator leader nell'impiantistica antincendio e quotato su Euronext Growth Milan.
L'outlook è comunque positivo: "
Questo trend lo vediamo ancora adesso nella seconda metà, tanto è vero che l'aggiornamento al 30 settembre mostra un volume in Italia nello spegnimento di circa il 47% più alto dello scorso anno e abbiamo visto anche un aggiustamento di 5-6 punti percentuali sulla parte di marginalità".
"Vediamo una
fine dell'anno di gran lunga superiore a quello che è il budget dal punto di vista dei volumi e allineata o appena sotto all'anno scorso per l'EBITDA - ha aggiunto Mussinelli - Il portafoglio ordini alla fine dell'anno dovrebbe essere nell'ordine di 35 milioni di euro, attualmente è attorno ai 36-37 solo Italia e poi aggiungendo la Romania parliamo di una quarantina di milioni".
Un tema che interessa la società è quello del
reshoring, ovvero il rientro a casa delle aziende che in precedenza avevano delocalizzato. "Vediamo che la produzione che rientra in Italia o in paesi limitrofi all'Italia porta ad avere
bisogno di magazzini verticali e orizzontali per materie prime o semilavorati di dimensioni significative - ha spiegato l'AD - Nella logistica pure e nell'e-commerce invece vediamo uno sviluppo ulteriore dei soliti player come Amazon, DHL o Zalando, con altri progetti di robotica più complessa".
"Quindi il reshoring per noi significa un ulteriore impulso alla spinta della logistica, che avrà ancora una durata crediamo di qualche anno - studi indicano attorno al 2025 l'inizio di un appiattimento -
Noi siamo in una posizione favorevole: abbiamo la possibilità di eseguire progetti molto grandi in tempi brevi e siamo l'unica o una due sono due società che fanno questo lavoro in Italia".
"Un altro fattore è che la stessa logistica cambia. Attualmente quello che conta di più è il contenuto, ma non tanto il prodotto ma i mezzi e materiali che vengono utilizzati all'interno - ha proseguito il manager - Ci sono più robot, più sistemi da proteggere, scaffalature molto più complesse - anche perché i prodotti diventano più specifici - e quindi dobbiamo confrontarci con questa cosa". In sostanza, "
ci muoviamo in un mercato vivo e vivace, che si sta trasformando velocemente, e noi abbiamo un punto a favore perché dobbiamo proteggere non solo l'involucro e l'edificio ma anche il contenuto e i macchinari che costano moltissimo".
Oltre che grazie ai driver del mercato, Sebino intende crescere anche tramite M&A. "Come abbiamo indicato quando ci siamo quotati all'ex AIM nel giugno del 2020, abbiamo dato indicazioni di fare delle
acquisizioni nelle due società che sono le più deboli dal punto di vista del fatturato (non della marginalità perchè è buona), che sono
la manutenzione e la security - ha spiegato Mussinelli - Su questi abbiamo fatto tanto lavoro, ma
ci vuole una pazienza infinita: bisogna aspettare alcune volte che i tempi maturino, perchè spesso quando c'è di mezzo un passaggio generazionale ci sono tanti di quei fattori - spesso umani ed emozionali - che non hanno nulla a che fare con i numeri, difficili da superare".
"La prateria è però grande, ci sono tantissime società e
c'è un mercato che ha bisogno di un consolidamento, che quindi verrà naturale alla fine - ha concluso l'AD di Sebino - Noi continuiamo a lavorare su questo in Italia e prevediamo di considerare dall'anno prossimo un'acquisizione in un paese limitrofo a noi, tipo Croazia o Slovenia, sulla linea che va verso i Balcani".