(Teleborsa) - La morsa inflattiva è uno dei fattori che ha spinto il passaggio da un livello altamente accomodante dei tassi ufficiali verso un forte rialzo. Inoltre le aspettative sull'andamento atteso del costo del denaro aumentano più in fretta del previsto. Questo si evince dal confronto della curva dei Futures sull'Euribor a 3 Mesi, l'indice di riferimento per la determinazione dei tassi dei mutui a tasso variabile, rilevata il 13 settembre e quella registrata a fine settembre. È quanto emerge dall'
Osservatorio MutuiSupermarket.it, il motore di ricerca e comparazione mutui gestito da FairOne. A metà settembre i mercati preannunciavano un
aumento del costo del denaro pari al 2% entro la fine dell'anno, per poi raggiungere il 2,50% a giugno e assestarsi tra il 2,25% e il 2,5% per i successivi 4 anni e mezzo. Nella rilevazione di fine settembre, invece, lo scenario è profondamente cambiato: si dovrebbe toccare il 2% già a novembre, per avvicinarsi al 2,5% a dicembre e andare oltre il 3% già a marzo, fino a sfiorare il 3,5% tra un anno. In seguito, i tassi – rileva l'Osservatorio – dovrebbero lentamente stabilizzarsi intorno al 3%.
In sole 2 settimane, la curva dei tassi è aumentata mediamente dello 0,75%. Considerando che un aumento del tasso variabile di 0,75% comporta, per un mutuo ventennale di 100mila euro, un aumento della rata mensile di quasi 80 euro, queste nuove prospettive di mercato, se si realizzassero, implicherebbero un aumento della spesa per interessi nei prossimi 5 anni di quasi 5mila euro in più rispetto alle previsioni di sole 2 settimane fa.
Cosa ha portato il mercato a questo cambiamento di aspettative? Da un lato, – spiega il rapporto – influisce l'uscita dei
dati sull'inflazione da record in Europa e nel mondo; dall'altro sono rilevanti anche gli effetti della
decisione della FED di aumentare il 22 settembre il costo del denaro dello 0,75%, l'aumento più alto degli ultimi 14 anni. A rafforzare queste aspettative si aggiungono le dichiarazioni al Parlamento Europeo non proprio rassicuranti della Governatrice della BCE Lagarde, secondo cui l'inflazione rimane troppo alta ed è probabile che rimanga al di sopra dell'obiettivo del 2% per un lungo periodo.
Le conseguenze sono concrete nella vita di tutti. È chiaro – evidenzia l'Osservatorio – che ci aspettano
mesi di continui aumenti sia per i nuovi mutui sia per i mutui in essere a tasso variabile. Il suggerimento è di non perdere tempo. Il costo del denaro è solo destinato a salire per i prossimi 12 mesi.
Il
tasso variabile oggi è interessante solo in presenza della
Garanzia Consap per i giovani Under 36 con ISEE non superiore ai 40mila euro. Per tutti gli over 36 che intendono comprare casa e per chi non rientra tra i beneficiari prioritari del Fondo Garanzia Prima Casa Consap, il suggerimento di MutuiSupermarket è di orientarsi verso
mutui a tasso fisso, che oggi viaggiano tra il 3% e il 3,80%, anche se in probabile crescita nei prossimi mesi; oppure al
tasso variabile con cap che offre cap tra il 3% e il 3,60%, spesso più vantaggiosi dei mutui a tasso fisso.
Analisi degli indici di riferimento – La media delle rilevazioni mensili dell'indice di riferimento per i mutui a tasso fisso IRS a 20 anni nel mese di settembre 2022 registra un aumento dello 0,46% attestandosi a 2,47%. Il Minimo negli ultimi dodici mesi è stato registrato a agosto 2021: 0,26%. L'analogo indice per i mutui a tasso variabile nel mese di settembre 2022 registra una media di 0,95% in aumento dello 0,56%. Il Minimo è stato registrato a dicembre 2021: -0,58%.
Analisi della domanda sul Canale Online – A livello nazionale, si nota che la finalità acquisto si è consolidata al 78% del totale complessivo delle domande con la surroga in recupero al 14%. Il tasso più richiesto è il fisso al 64%. Il variabile con cap è sceso al 14%, mentre il variabile si attesta al 20%. Nonostante lo stop da parte delle banche alle agevolazioni consap, è significativo come la quota di domanda di mutui dei giovani under 36, seppure in calo, rappresenti il 36%.