(Teleborsa) - Il
pacchetto di misure anti crisi energetica, appena presentato dalla Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen,
non appare sufficiente a risolvere i
problemi strutturali che assillano l'Europa, che ha bisogno di uno sforzo comune per superare questo momento di grande difficoltà. E' quanto afferma
Andrea Ferretti, docente del Master in Scienze economiche e bancarie alla Luiss Guido Carli nell'ultima Ecopillola. Le misure predisposte dalla UE - spiega l'economista - sono essenzialmente tre:
1) La prima misura è la
riduzione dei consumi, cioè un taglio obbligatorio
del 5% a carico di famiglie ed imprese, che saranno concentrati in quelle 3-4 ore di punta giornaliere, fino al 31 marzo 2023. E' prevista però una certa flessibilità perché saranno i singoli Stati ad individuare le misure più appropriate e le fasce orarie interessate.
2) La seconda misura concerne un
limite ai guadagni, cioè un tetto ai profitti delle società che producono elettricità non utilizzando il gas, ma utilizzando fonti a basso costo (rinnovabili, nucleare, fossile). Gli
extra-guadagni di queste società infatti derivano dal fatto che il prezzo dell'elettricità non è fissato in base alla minore o maggiore onerosità della fonte, ma in base al prezzo del gas. Con la nuova misura, qualora queste società elettriche fissassero dei
prezzi dell'elettricità superiori ai 180 mw/h, la differenza verrebbe presa e destinata al sostegno di famiglie e società più vulnerabili. Si parla di un
tesoretto di circa 117 miliardi.
3) Il pacchetto prevede anche un
contributo di solidarietà a carico dell'industria fossile (petrolio, gas e carbone) e delle raffinerie. Si tratta di quelle società che nell'attuale situazione hanno realizzato die profitti superiori anche del 20% alla media degli ultimi tre anni. Questo prelievo di solidarietà sarà
pari al 33% dei profitti del 2022 ed è un tesoretto che vale ulteriori
25 miliardi.
Considerazioni finali - Si tratta sicuramente di
misure utili a tamponare le conseguenze negative di questa crisi, ma
non sono misure in grado di
risolvere strutturalmente il problema. Nel pacchetto - sottolinea Ferretti - non c'è traccia di un accordo fra i Ventisette per fissare un
tetto al prezzo del gas, in quanto sono prevalsi i diversi
campanilismi: ha fatto resistenza
l'Olanda che ospita il TTF, cioè la famosa borsa virtuale del gas europeo; ha fatto resistenza
la Norvegia che ormai fornisce il 20% del fabbisogno europeo di gas; ha fatto resistenza anche
la Germania che ha ottimi rapporti con Gazpom. Tutto è stato quindi rimandato al futuro, ma nel momento di transizione e di sostituzione del gas russo l'Europa è molto vulnerabile e questa fragilità si può attenuare solamente attivando un grande sforzo comunque europeo.