(Teleborsa) -
Anche il comparto socio sanitario sta scontando duramente gli
effetti del caro energia,anche se rispetto ad altri settori deve comunque mantenere, senza possibilità di interruzione, uno standard di prestazioni e servizi efficiente e di grande qualità, data la presa in carico di pazienti anziani e fragili. L’allarme arriva da
Confcommercio Salute, Sanità e Cura, che rappresenta a livello nazionale circa
3.000 realtà del settore per un totale di circa 33.000 dipendenti.
"La quasi totalità delle strutture che rappresentiamo, ad oggi, ha registrato aumenti consistenti delle utenze energetiche a ridosso dell’ultimo quadrimestre dell’anno. Parliamo di costi in bolletta raddoppiati nella maggior parte dei casi e in alcuni contesti addirittura triplicati, che si sommano all’aumento delle spese generate da diversi servizi fondamentali come, per esempio, quelli di ristorazione e lavanderia", spiega il presidente di Confcommercio Salute,
Luca Pallavicini, che non esclude la
"chiusura di diverse realtà o il peggioramento della qualità dei servizi".
Da qui le
richieste di Confcommercio Salute al governo e alle forze politiche in vista della tornata elettorale:
l'abbattimento delle aliquote sull’energia elettrica al 10% come per il gas nel breve unito ad
interventi strutturali finalizzati a "stoppare" il proliferare di un mondo collaterale di strutture a basso costo e senza garanzie di qualità, che hanno inquinato l’intero settore.
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