(Teleborsa) - Imprenditori conto i salotti della della finanza: lo
scontro all'ultimo voto in Generali sarà
inevitabile alla prossima assemblea del 29 aprile con il supporto concesso da Leonardo Del Vecchio a Francesco Gaetano Caltagirone, che ha schierato l'accoppiata Cirinà-Costamagna contro l'attuale Board guidato da Philippe Donnet e sostenuto da
Mediobanca.
La
discesa in campo di Del Vecchio accanto a Caltagirone, peraltro già scontata, è stata formalizzata ieri in una intervista a Bloomberg News del fondatore di Luxottica, il quale ha affermato che il
Piano Caltagirone offre "una visione imprenditoriale di lungo termine che non guarda solo ai dividendi ma anche alla necessità di crescita della compagnia". Un Piano che consentirà di
accelerare la crescita di Generali attraverso una
grande acquisizione che - ha affermato Del Vecchio - "spero di vedere nel futuro".
L'imprenditore marchigiano dovrebbe avere al momento una partecipazione attorno all'8%, ma a seguito dello scioglimento die legati da Crt, che detiene l'1,7%, potrebbe salire sino al 10% di Generali, in aggiunta al 9,5 attualmente in mano a Caltagirone. L'altro schieramento che fa capo a Mediobanca detiene il17,2% ma con un 4,4% ottenuto tramite prestito titoli.
"Sono della vecchia scuola che pensa che gli
imprenditori debbano investire le proprie risorse", ha sottolineato Del Vecchio, aggiungendo di aver "scoperto di recente che le
azioni delle società possono essere prese
in prestito solo per votare all’assemblea" e che questa pratica potrebbe avere "
conseguenze serie per la nostra economia".
Tornando al Piano Caltagirone,
Del Vecchio si è espresso favorevolmente sulla lista di candidati, che definisce "ben equilibrata" e di "competenza elevata" e, a proposito di Cirinà, ha sottolineato che ha "una perfetta comprensione di come Generali funziona e radici profonde a Trieste dove è nato e che rappresenta il cuore pulsante del settore assicurativo in questo Paese".