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Clima, rating Esg e il ruolo del sistema bancario

Intervista a Anna Roscio, Executive Director Sales&Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo.

Economia
Clima, rating Esg e il ruolo del sistema bancario
(Teleborsa) - Negli ultimi anni le grandi agenzie di rating hanno investito molto per dotarsi di una “intelligence climatica” in grado di fornire informazioni utili a stabilire il livello di rischio delle diverse attività economiche in relazione alle conseguenze del cambiamento climatico. Lo scopo è quello di incorporare questo tipo di rischio all’interno delle valutazioni di aziende e Stati da offrire ai mercati. Un'attività analoga può essere svolta anche dal sistema creditizio nei confronti soprattutto delle aziende per valutarnd il merito creditizio anche in relazione al loro impegno sulle tematiche Esg. Ne abbiamo parlato con Anna Roscio, Executive Director Sales&Marketing Imprese Intesa Sanpaolo.

Un’azione come quella avviata dalle agenzie di rating è in atto o è pensabile anche al livello degli istituti di credito per la valutazione del merito creditizio dei suoi clienti? Penso soprattutto al vostro rapporto con le aziende.

“Intesa Sanpaolo da tempo ha adottato un sistema di valutazione del merito creditizio delle PMI basato non solo sul rating quantitativo, ma anche su alcuni aspetti qualitativi che, progressivamente sono entrati a regime nel bilancio di molte imprese determinandone il merito di credito. La tendenza che vediamo, in atto e nel futuro, è di valorizzare ulteriormente ogni comportamento dell’impresa che ne aumenti la sostenibilità quale fattore determinante per l’analisi del bilancio. In particolare, riconosciamo anche i valori intangibili nella valutazione del loro merito di credito: passo fondamentale per sviluppare un percorso congiunto di crescita e sviluppo. Per quanto riguarda poi le imprese di piccole dimensioni, il nostro Programma Sviluppo Filiere rende possibile l’accesso al credito ai fornitori che costituiscono la filiera produttiva delle aziende di eccellenza del Made in Italy, garantendo loro la stessa valutazione del rating del capofiliera. Inoltre, stiamo introducendo un’innovativa metodologia di scoring ESG di proprietà: si tratta di un sistema di valutazione della clientela che integra informazioni quantitative oltre che considerazioni a livello settoriale inquadrate nel framework di strategie creditizie del Gruppo anche al fine di contribuire suggerendo alle imprese un percorso di crescita sostenibile”.

Intesa Sanpaolo ha in programma iniziative o investimenti che hanno lo scopo di costruire qualcosa di simile all’intelligence climatica al suo interno per valutare correttamente i rischi per le sue attività nel quadro dei cambiamenti climatici?

"Un dato interessante emerge da un nostro sondaggio sulla percezione da parte delle PMI degli impatti del cambiamento climatico sulle loro attività: più del 60% è consapevole che tale impatto su prodotti e processi ci sarà e considera la sostenibilità non come un costo per l’impresa, ma come una leva strategica per il recupero di competitività. In questo quadro si collocano strumenti pensati da Intesa Sanpaolo per supportare la transizione digitale e ambientale, come S-Loan Climate Change, il primo finanziamento pensato per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e che prevede in abbinamento una garanzia SACE Green all’80% su progetti di investimento fino a 15 milioni di euro per una durata massima di 20 anni. L’adozione di queste misure rappresenta un passo ulteriore nell’ambito di una pluriennale e articolata strategia di sostenibilità, coerente con gli obiettivi del PNRR”.

L'attenzione alle tematiche ambientali è un obiettivo verso cui banche e imprese stanno lavorando insieme per accelerare gli investimenti. Qual è la visione di Intesa Sanpaolo alla luce del Piano di Impresa 2022-2025 recentemente presentato?

“Con il nuovo Piano di Impresa intendiamo rafforzare ulteriormente il nostro ruolo di banca leader per le tematiche ESG con l’impegno, tra gli altri, a destinare 115 miliardi di euro alla comunità e alla transizione verde. In aggiunta, il Gruppo si impegna a proteggere e ripristinare il capitale naturale piantando oltre 100 milioni di alberi nell’arco del Piano, mediante iniziative dirette o finanziamenti alla clientela dedicati e adottando una specifica politica per la biodiversità. In particolare, nel quadriennio del Piano, riserveremo nuovo credito alla green economy, all’economia circolare e alla transizione ecologica per 88 miliardi di euro, con un forte focus sul supporto alla transizione ecologica di aziende strutturate e delle piccole e medie imprese”.

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