Facebook Pixel
Milano 17:21
34.171 +0,03%
Nasdaq 17:21
21.200 -1,27%
Dow Jones 17:21
42.552 -1,02%
Londra 17:21
8.125 -0,30%
Francoforte 14:05
19.909 -0,38%

Farmaceutica conferma ruolo sociale e strategico in Italia

Nel 2020 le FAB 13 hanno fatturato 12,5 miliardi di euro ed hanno impiegato 44,500 persone

Economia
Farmaceutica conferma ruolo sociale e strategico in Italia
(Teleborsa) - Le FAB13, cioè e 13 imprese Farmaceutiche a capitale italiano aderenti a Farmindustria, confermano un ruolo sociale e strategico per l'economia italiana: 12,5 miliardi di fatturato, 1,2 miliardi di investimenti e 44.500 addetti. E' quanto emerso al convegno “Il ruolo sociale e strategico dell'industria farmaceutica italiana. Ricerca scientifica, innovazione, sviluppo e occupazione”, svoltosi presso il Tempio di Adriano a Roma.

Si tratta di aziende private, perlopiù a conduzione familiare dislocate fra il Nord ed il Cemntro Italia: Abiogen Pharma (Pisa); Alfasigma (Bologna); Angelini Pharma (Ancona); Chiesi Farmaceutici (Parma); Dompé Farmaceutici (Milano); I.B.N Savio (Pomezia RM); Italfarmaco (Milano); Kedrion (Lucca); Menarini (Firenze); Molteni (Firenze); Mediolanum Farmaceutici (Milano); Recordati (Milano); Zambon (Milano).


Le FAB13 rivestono un ruolo chiave nell'economia italiana, avendo sedi e stabilimenti produttivi in Italia, realizzando 1,2 miliardi di investimenti annui in Italia, che portano il totale del decennio 2010-2020 a 8,5 miliardi di euro, pagando le imposte in Italia sebbene il 70% delle vendite siano estere e dando occupazione a migliaia di persone. Nel 2020 l'occupazione complessiva è stata di oltre 44.500 unità, cresciuta a livello globale di quasi 1.000 unità (+2,2%) nonostante la crisi. In termini occupazionali, l'impatto complessivo sul sistema economico è di oltre 60mila addetti.

Il settore farmaceutico è dunque un asset strategico per l'economia italiana ed il Governo Draghi ha inserito tra i suoi obiettivi l'incremento degli investimenti nel settore, ma una serie di misure successive si sono rivelate contraddittorie e rischiano di penalizzare l'industria farmaceutica nazionale, quali la riduzione del Patent Box, l'indebolimento dei brevetti, la revisione del prontuario con il criterio della sovrapponibilità terapeutica e l'alterazione dei canali distributivi regionali a scapito delle imprese nazionali. A questo si aggiunge ora l'impossibilità di recuperare i costi crescenti di materie prime ed energia poiché i prezzi dei farmaci sono regolati ed imposti.

"Il settore farmaceutico - commenta Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo Economico - contribuisce alla crescita dell'Italia, dando al nostro Paese un ruolo di primo piano a livello europeo. Un successo reso possibile anche dalle 13 industrie farmaceutiche medio-grandi a capitale italiano, le FAB13, aderenti a Farmindustria. Il Governo Draghi ha inserito tra i suoi obiettivi l'incremento degli investimenti nel settore farmaceutico biomedicale, per la realizzazione di poli nazionali per lo sviluppo di nuovi farmaci. Il Ministero dello Sviluppo Economico, inoltre, ha creato la Fondazione ‘Enea Tech e Biomedical', per favorire la capacità produttiva e gli investimenti del fondo per il trasferimento tecnologico".

Secondo Andrea Costa, Sottosegretario al Ministero della Salute "la politica deve prendere atto che ci sono situazioni che devono essere assolutamente migliorate. Ringrazio un settore che ha investito in ricerca e salute anche in assenza del sostegno delle istituzioni. Davanti a noi abbiamo una grande sfida che sapremo cogliere solo uscendo dall'approccio ideologico che vede una contrapposizione tra pubblico e privato. Sono contrario, in tal senso, alla liberalizzazione del brevetto perché significherebbe non garantire più la ricerca".

"Nell'ultimo anno i provvedimenti del Ministero dello Sviluppo Economico - ha dichiarato Federico Freni, Sottosegretario al Ministero dell'Economia e Finanze - hanno dimostrato una visiona strategica che occorre coltivare. Abbiamo la responsabilità di mettere a disposizione di questo comparto industriale un quadro normativo stabile e razionale. Se pensiamo di non alimentare la concorrenza nella ricerca il settore non potrà crescere. L'insegnamento della pandemia è stato quello di valorizzare la ricerca. L'incertezza regolatoria, in tal senso, è un problema che un Paese civile non può accettare".

"Quando si parla di aziende farmaceutiche - afferma Lucia Aleotti, azionista e membro del Board di Menarini - non si pone molta attenzione sulle tematiche industriali e questo rappresenta un errore strategico. È fondamentale, in tal senso, avere una produzione nazionale in Italia. Chi avrebbe mai pensato due anni fa, che ci saremmo trovati una sfida come quella della pandemia in cui gli stessi Paesi europei hanno bloccato l'esportazione di beni essenziali. Il Dl concorrenza rischia di ledere la protezione del brevetto industriale, con un danno enorme per il settore. Vogliamo rimanere in Italia, ma abbiamo bisogno di un supporto per sostenere l'incremento dei costi che stiamo sostenendo".

"La pandemia e la situazione di conflitto attuale - spiega Alberto Chiesi, Presidente Chiesi Farmaceutici SpA - stanno avendo effetti importanti sul sistema industriale. L'attuazione del PNRR rappresenta una sfida fondamentale per ridurre divari sociali e favorire l'innovazione. In tale quadro è encomiabile la volontà manifestata dal Presidente Draghi di realizzare dei poli nazionali per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci, attraverso investimenti nel comparto farmaceutico a sostegno della filiera produttiva. Tuttavia, esistono alcune azioni politiche contraddittorie. Chiediamo pertanto alle istituzioni di assicurare la reciprocità del confronto e la gradualità delle misure normative, al fine di attuare un dialogo costruttivo per il bene del sistema Paese".

"Manca una visione strategica nel nostro Paese" dichiara Sergio Dompé. "Facciamo in maniera incompleta dei provvedimenti smontando scelte che sono state fatte molti anni fa. Bisogna cercare di guardare al futuro. In tal senso, serve un rapporto franco e chiaro con il governo".

"Serve un coordinamento fra le politiche e anche una coerenza di fondo" commenta Giovanni Tria, Presidente Fondazione Enea Tech e Biomedical. "Durante la pandemia è stato fatto uno scostamento di bilancio da 150 miliardi di euro, ma il settore farmaceutico non ha visto che poche decine di milioni. Manca, sotto questo profilo, un approccio complessivo. Sostenere l'industria farmaceutica significa salvaguardare la sicurezza nazionale, attraendo così investimenti in tutti i settori".

"Occorre fare un ragionamento nuovo" spiega Andrea Mandelli, Vicepresidente della Camera dei Deputati e Presidente FOFI. "La pandemia ha portato una consapevolezza maggiore rispetto al ruolo della ricerca e degli investimenti nella sanità. Le aziende farmaceutiche sono state percepite in maniera più forte dai cittadini. È fondamentale dunque archiviare la stagione del passato basata sui tagli alla sanità e valorizzare lo straordinario 'know how' delle aziende farmaceutiche".

L'ufficio stampa e l'organizzazione dell'evento sono stati curati da Ital Communications.



Condividi
```