(Teleborsa) - “Il
cibo è gusto, tradizione, storia e cultura, fantasia, ma non solo: è un fattore economico fondamentale, un elemento geopolitico, uno straordinario motore di cambiamento. Va conosciuto e studiato e per questo la
Fondazione Guido Carli lancia una
campagna per chiedere al governo ed al Parlamento di inserire come materia di studio l’educazione alimentare dalle scuole dell’obbligo fino all’università. Partendo da noi stessi, dal nostro benessere, dai principi di una
sana e corretta alimentazione, quindi per contrastare la diffusione delle disfunzioni alimentari, dall’anoressia alla bulimia, per poi giungere ai dati macroeconomici e all’enorme impatto che il cibo ha sull’economia mondiale, sull’ambiente, sulle migrazioni, sui sistemi sociali. Non solo uno stile di vita, ma un asset strategico per lo Stato", ha affermato
Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli, presentando la Lectio Magistralis di Oscar Farinetti “Cibo, la sublime ossessione. L’alimentazione e le sue derive tra piacere e necessità”, che si terrà il 25 febbraio alle ore 17.00 presso l’Aula Magna Mario Arcelli – Luiss Guido Carli di Roma con la partecipazione del Sindaco Roberto Gualtieri, del Presidente Onorario della Fondazione Guido Carli Gianni Letta e della Deputata Maria Elena Boschi.
"Basta qualche
numero per confermarlo: oggi in Italia per il cibo spendiamo quasi il 24% in rapporto al nostro Pil, secondo solo alle uscite per la casa (35%) e meno dei trasporti (10%) e dei vestiti (11%) – ha aggiunto – L’
alimentazione è anche un elemento su cui si misura fortemente la diseguaglianza sociale: ci sono 2 milioni di famiglie in grossa difficoltà, costrette a ricorrere alla carità per mangiare ed un 30% di differenza tra il Nord e il Sud quanto a possibilità di spesa. Per non parlare dei
dati globali, che vedono, a fronte di 857 milioni e 581 mila persone denutrite, un miliardo e 722 milioni in sovrappeso, di cui 800 milioni obese. L’
educazione alimentare, la lotta allo spreco di cibo e un accorto uso delle risorse naturali devono essere alla base dell’insegnamento in qualsiasi società che voglia proiettarsi verso un futuro sostenibile”.