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Eurozona, indici PMI: a inizio 2022 la crescita perde ancora più vigore

Gli ultimi dati PMI mostrano una nuova frenata della crescita, poiché la variante Omicron ha ostacolato l'attività, soprattutto nel settore dei servizi

Economia, Macroeconomia
Eurozona, indici PMI: a inizio 2022 la crescita perde ancora più vigore
(Teleborsa) - L'economia dell'Eurozona conferma un leggero rallentamento a inizio 2022, con il settore dei servizi che sconta maggiormente le restrizioni legate alla risalita dei contagi con la diffusione della variante Omicron. A gennaio, l'indice dei direttori d'acquisto delle attività terziarie nella Zona Euro si è attestato a 51,1 punti dai 53,1 precedenti, e viene rivisto al ribasso rispetto ai 51,2 della stima preliminare e del consensus. Nello stesso periodo il PMI Composite viene indicato in calo a 52,3 punti da 53,3 punti e risulta inferiore alle attese (52,4). Il PMI manifatturiero, uscito due giorni fa, aveva evidenziato una crescita a 58,7 punti.

Per quanto riguarda le economie più importanti dell'Area Euro, l'Italia vede scendere il PMI composito a 50,1 punti da 54,7, dopo che il PMI dei servizi è diminuito a quota 48,5 (attese 50). In Francia, il PMI composito cala a 52,7 punti, in linea con le attese, da 55,8, mentre quello del terziario si è portato a 53,1 (atteso 53,1) da 57. La Germania vede calare il PMI composito a 53,8 punti (sotto i 54,3 stimati) e il PMI servizi a 52,2 (consensus 52,2). Infine, la Spagna evidenzia un peggioramento del PMI servizi a 46,6 punti (sotto le attese di 51,5).

"Dopo l'indebolimento della crescita del trimestre finale del 2021, a gennaio l'economia dell'eurozona registra un nuovo rallentamento - ha commentato Chris Williamson, Chief Economist presso IHS Markit - Le aziende stanno indicando un attenuamento della domanda e continui disagi legati sia alla carenza di personale che ai problemi sulla fornitura di materie prime a causa della pandemia. Questo rallentamento coincide con l'irrigidimento più severo da maggio scorso delle misure anti-virus in tutto il territorio dell'eurozona, a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19 provocati dalla variante Omicron".

"La Spagna è stata la nazione che ne ha risentito maggiormente, ricadendo in zona contrazione, mentre l'Italia ha registrato una stagnazione dell'attività economica - ha spiegato Williamson - Entrambi i risultati sono stati collegati al calo della produzione terziaria. La Francia, nel frattempo, sta registrando l’espansione più debole dallo scorso aprile".

"La Germania, in controtendenza, sta godendosi un momento felice facendo presagire che l'impatto di Omicron sarà più breve e meno severo delle ondate avute precedentemente - ha aggiunto l'economista - L'attività del settore terziario tedesco, dopo essere stata colpita più severamente dalla variante Omicron alla fine dello scorso anno, sta già recuperando mentre la produzione manifatturiera sta rinvigorendosi ancora di più".
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