(Teleborsa) - Dopo la
fumata nera della prima chiama, anche la seconda - come da pronostico - finisce con un nulla di fatto e una
pioggia (ancora) di schede bianche che oggi sono
527 . Ieri erano state
672. Intanto, il centrodestra ha ufficializzato la rosa dei suoi candidati. "I nostri nomi sono
Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio. Nessuno di loro ha una tessera di partito ma hanno ricoperto ruoli importanti", lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini nel corso della conferenza stampa. "Non siamo qui ad imporre niente a nessuno. Negli ultimi 30 anni la sinistra è stata protagonista della scelta, penso che ora sia diritto dell'area liberale moderata che è maggioranza del paese di avanzare delle proposte".
A fine serata, il
centrosinistra chiude con garbo ai candidati del centrodestra, rilanciando però il dialogo che dovrebbe portare alla scelta di nome
condiviso e super partes.
Allo stato, sembra in calo la candidatura di
Mario Draghi. La strada che dovrebbe portare l’ex BCE al Colle è piena di insidie: il muro per ora non si infrange, secondo diverse fonti Dem, arrivare a un’intesa è difficilissimo perchè il leader della Lega non ha mai nascosto che l’obiettivo – almeno nelle intenzioni – è trattenere Draghi a Palazzo Chigi.
Sparito dai radar nell’ultimo periodo, potrebbe tornare alla ribalta al momento giusto il nome di
Giuliano Amato. A capo della nostra intelligence, diplomatica stimata anche all’estero, può vantare un profilo super partes,
Elisabetta Belloni, il cui nome rimbalza ormai da giorni.
Mattarella resta in pista. Potrebbe toccare infatti proprio al Presidente uscente salvare la faccia ai partiti qualora non si riuscisse a trovare la sintesi. Gradito a una buona fetta dei Cinque Stelle, più che apprezzato dai Dem e da Leu, alla fine il centrodestra, in nome di una necessaria stabilità politica, potrebbe – ob torto collo – potrebbe aprire, confermando così lo schema che in molti avrebbero voluto fin dall’inizio: Draghi a capo dell’esecutivo e Mattarella al Colle, in vista di un possibile passaggio di testimone solo rimandato.
Mentre si annuncia un'altra lunga notte nei palazzi romani e non solo, appuntamento pe
r domani alle 11 quando è in programma la terza chiama: il quorum sarà ancora dei due terzi, dunque, si prospetta ancora una fumata nera in attesa di giovedì quando
basterà la maggioranza assoluta.