(Teleborsa) - "I
no vax esistono, si stima rappresentino tra il
15 e il 20% della popolazione e sono rigorosamente protetti dalla privacy. Le stesse percentuali si ripresentano, in piccolo, anche in azienda. E rinunciare al
15-20% dei collaboratori, perchè non vaccinati, vuol dire fermare gli
impianti".
Così
Paolo Agnelli, industriale e presidente di Confimi Industria commenta la richiesta di altre associazioni datoriali di introdurre il green pass in azienda pena la
sospensione dei dipendenti. "Io che le fabbriche le ho e le frequento non sono assolutamente d'accordo. E' impensabile in questo momento di ripresa solida delle attività, si tratterebbe di
induzione alla chiusura aziendale" spiega ancora il numero uno di Confimi Industria "poi si piangerà quando chiuderemo definitivamente, quando si
apriranno i tavoli di crisi al Mise". "Da quasi 18 mesi, in azienda si lavora rispettando il protocollo condiviso con i sindacati e la sanità regionale per contenere la diffusione del virus e infatti non si sono registrati casi di focolai in fabbrica" sottolinea Agnelli e, in vista del confronto col Governo e le parti sociali chiude: "Se certi industriali avessero davvero delle proprie fabbriche non farebbero il verso al governo, piuttosto aiuterebbero i decisori politici a capire le difficoltà reali e non
quelle ideologiche".(Foto: EPA/Biontech)