(Teleborsa) - Con i prezzi degli immobili in calo, anche per effetto della pandemia, e i tassi d'interesse ancora a livelli accettabili, quello attuale continua a essere un buon momento per comprare casa. Anche ad aprile il mercato dei mutui cresce, trainato sia dalle erogazioni con finalità acquisto prima casa sia dalla surroga. È quanto evidenzia l'
Osservatorio mensile di 'MutuiSupermarket', il motore di ricerca e comparazione mutui gestito da FairOne.
Dall'ultimo rapporto dell'Osservatorio emerge che,
nel mese di aprile, Intesa Sanpaolo è l'unico istituto con offerta a tasso fisso finito ad aver ridotto i tassi fissi. La riduzione è stata tra i 5 e i 15 punti base.
Credit Agricole ha, invece, abbandonato l'offerta a tasso fisso finito optando per l'offerta determinata in funzione di IRS + Spread: con questa operazione i mutui a tasso fisso hanno comunque subito un aumento fino a 20 punti base.
Banco BPM e
WeBank (banca online del medesimo gruppo) hanno ridotto gli spread sui mutui a tasso fisso di 10 punti base.
BNL ha aumentato i tassi fissi fino a 10 punti base. BPER Banca che non riprezzava da settembre 2020 ha aumentato i tassi fissi tra i 5 e i 15 punti base
L'analisi evidenzia, inoltre,
oscillazioni dei parametri di riferimento del tasso fisso e variabile. La media delle rilevazioni mensili dell'indice di riferimento per i mutui a tasso fisso IRS a 20 anni nel mese di aprile 2021 registra un aumento dello 0.03% attestandosi a 0.44%. Il Minimo negli ultimi dodici mesi è stato registrato a dicembre 2020: 0.01%. Le banche – spiega il rapporto – non hanno riversato l'aumento dell'IRS sui clienti assorbendo in parte l'aumento. L'analogo indice per i mutui a tasso variabile nel mese di aprile 2021 registra una media di -0.54% in decrescita dello 0%. Il Minimo è stato registrato a gennaio 2021: -0.55%.
Il
tasso variabile – sottolinea l'Osservatorio – beneficia dell'incremento dell'IRS, ma in maniera ancora trascurabile; la differenza di tan tra fissi e variabili è ancora molto lontana dai 120 - 150 punti base che c'erano pre-crisi. Per mutui con durata pari o superiore ai 20 anni, – conclude il rapporto – il
tasso fisso risulta ancora la scelta migliore.
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