(Teleborsa) -
Ancora a picco le vendite al dettaglio dell'Italia, che confermano la debolezza dei consumi e dell'economia, registrando una
contrazione del 2,2% in valore e del 3,1% in volume. Più marcato il calo per i
beni non alimentari (
-3,2% in valore e -4,8% in volume) che per le vendite di beni
alimentari (
-1% in valore e -0,8% in volume).
Il
trimestre maggio-luglio chiude con un
segno più: le vendite al dettaglio registrano un
aumento del 12,1% in valore e dell’11,5% in volume rispetto al trimestre precedente. A determinare il segno positivo sono le vendite dei beni non alimentari (+27,4% in valore e +26,2% in volume), mentre i beni alimentari diminuiscono (-1,8% in valore e -2,5% in volume).
Su anno, si registra una diminuzione delle vendite del 7,2% in valore e del 10,2% in volume, determinata soprattutto dall’andamento dei beni non alimentari (-11,6% in valore e -15,8% in volume); in calo anche le vendite dei beni alimentari (-1,1% in valore e -2,4% in volume). Cali diffusi per tutti i settori, ad eccezione di
Utensileria per la casa e ferramenta
(+3,2%). Le flessioni più marcate si evidenziano per
Abbigliamento, e pellicceria (-27,9%) e
Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-17,3%).
Guardando alla tipologia distributiva. le vendite diminuiscono dell’11,7% per i
dettaglianti e del 3,8% per la
grande distribuzione (GDO), dove sono più penalizzati i punti vendita specializzati e viaggiano
in controtendenza i discount. Le vendite al di fuori dei negozi calano del 7%, ma si conferma il
boom del commercio elettronico (+11,6%).
Unione Consumatori in allarme
"Dati allarmanti ed inquietanti. Di male in peggio", commenta
Massimiliano Dona, presidente dell'
Unione Nazionale Consumatori, aggiungendo "il Paese, invece di migliorare, arretra". "Se a giugno le vendite totali erano inferiori rispetto a gennaio solo dell'2,1%, a luglio segnano una perdita più che doppia, del 4,3% su gennaio e del 4,9% su febbraio, ultimo mese pre-emergenza Covid. Quelle non alimentari, per le quali era lecito attendersi un rimbalzo maggiore, sono addirittura inferiori del 7%, sia rispetto a gennaio che a febbraio, nei dati destagionalizzati", conclude Dona.
Coldiretti: difficoltà famiglie confermate da balzo discount La Coldiretti commenta invece il balzo dei discount (+2,7%), affermando che rappresenta "la situazione di difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane, che orientano le proprie spese su canali low cost e su beni essenziali come cibi e bevande". "Un andamento sostenuto in realtà – spiega la Coldiretti - anche dal crollo dei consumi fuori casa in bar, ristoranti e mense per la preoccupazione del contagio, lo smart working e le minori disponibilità economiche che hanno favorito l’acquisto di alimenti da consumare tra le mura domestiche".
(Foto: Dimitris Vetsikas / Pixabay)