(Teleborsa) -
Confermata l'ipotesi di
vendita di Borsa SpA o del grande mercato
MTS dei titoli di stato italiani, che la società che gestisce la Borsa di Milano controlla con una quota del 62%.
Il
London Stock Exchange, ieri, in occasione della pubblicazione dei risultati trimestrali, ha parlato di
"colloqui esplorativi" per la vendita dell'asset, in cambio dell'acquisizione di
Refinitiv, la grande banca dati europea concorrente di Bloomberg, detenuta da Blackstone e Reuters, che creato delle difficoltà con l'Antitrust.
LSE in realtà ha precisato che
"non c'è certezza" che vada in porto l'operazione, per la quale sono in corso trattative ad ampio respiro, che riguardano il tutto o parte di esso. Da tener conto che, oltre alla piattaforma di scambi principale (MTA e MOT), Borsa Italiana controlla MTS ed ELITE, la grande piattaforma che include 1.500 PMI che rappresentano il meglio della filiera produttiva italiana ed un po' tutti i settori dell'economia.
Fra i papabili acquirenti vi sono
Euronext, la società che gestisce le piazze di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona, e
Deutsche Boerse, che controlla la Borsa di Francoforte. Erano in campo anche nel 2007, quanto LSE vinse la partita fra i due contendenti e soffiò il mercato italiano ai francesi ed ai tedeschi.
Oggi però si profila anche una terza ipotesi, la
nazionalizzazione, che potrebbe avvenire facendo leva su Cassa Depositi e Prestiti, e l'esercizio del
Golden Power, lo strumento che garantisce potere di veto al Governo su asset strategici ed è stato largamente
esteso con il Decreto Liquidità. Il suo ombrello copre ora un'ampia lista di settori, fra cui banche assicurazioni e mercati finanziari.
Il
Copasir ha da tempo acceso i riflettori sul caso Borsa SpA. Proprio ieri, alla notizia della possibile vendita, dal Presidente
Raffaele Volpi è attivato un "invito" al Governo a "considerare
immediate ed improrogabili valutazioni sugli strumenti utili da mettere in campo per
intervenire in senso proattivo in questa vicenda". Il Copasir ha avvertito Palazzo Chigi che incorrerà in una "grave responsabilità di inerzia" se non interverrà per "traguardare il futuro con la solidità di tutta la filiera economico-finanziaria".