(Teleborsa) - La partita sul nuovo
Quadro finanziario pluriennale (Multiannual financial framework) è senza dubbio una delle più
importanti che l'UE disputerà quest'anno, visto che con la
Brexit l’Unione ha perso un pezzo per strada la
Gran Bretagna. Risultato,
più sfide e meno risorse. "Siamo ancora lontani da una proposta accettabile": questo il commento del Presidente del Parlamento europeo
David Sassoli al termine di una giornata di incontri sul bilancio pluriennale dell’UE, in vista del Consiglio europeo di domani,
giovedì 20 febbraio. “Nei due incontri avuti con il Presidente
Charles Michel”, ha riferito Sassoli, “abbiamo confermato la posizione unanime del
Parlamento sulla proposta presentata sabato scorso” e che si discosta da quella del Consiglio di
“230 miliardi”. Riflettori puntanti dunque alla riunione speciale del Consiglio in programma domani proprio per discutere del piano finanziario pluriennale dell’Unione europea per gli anni
2021-2027. Nella bozza Michel - che andrebbe negoziato con l'Europarlamento - spiccano il taglio dei fondi di coesione e della politica agricola comune. Più risorse per le migrazioni e la transizione verde.
27, al momento,
spaccati tra
rigoristi (che auspicano meno risorse in comune) e
ambiziosi, tra cui
Italia e Spagna. Secondo Sassoli questa “è una proposta che
rischia di lasciare indietro l’Europa non solo rispetto ai suoi propri obiettivi, ma anche ad altri attori sulla scena internazionale come la Cina e gli Stati Uniti. E’ una proposta – sottolinea l’italiano – che va nella direzione di quelli che pensano che la Brexit significhi ‘
meno Europa’, e quindi ‘meno budget’. Ma davanti alle sfide odierne non abbiamo bisogno di meno Europa, abbiamo bisogno di un
’Europa più forte con un bilancio forte nell’interesse dei cittadini. Questo è il messaggio che il
Parlamento vuole mandare ai Capi di Stato e di Governo”.