(Teleborsa) -
Potrebbe cominciare nelle prossime ore, al più tardi tra domenica 16 e lunedì 17 febbraio, la rimozione del Frecciarossa 1000 Milano Salerno FR 9595 uscito dai binari in piena velocità al Km 166+771 alle 5,34 di giovedì 6 febbraio in località Livagra (Ospedaletto Lodigiano) della linea Alta Velocità Milano-Bologna provocando la morte dei due macchinisti e il ferimento di 31 persone.
Per il dissequestro e il ripristino i quel tratto di linea AV dovrebbero occorrere in ogni caso ancora diversi giorni.
Si comincerà con la carrozza numero 1, quella anteriore con la cabina di guida, che si è schiantata contro un edificio di servizio
dopo una folle corsa di 700 metri incontrando ben 9 ostacoli, 7 dei quali definiti potenzialmente "letali" da tecnici e investigatori. Poi toccherà al resto del convoglio, altre 7 vetture, fermatesi dopo circa un chilometri fuori dalle rotaie
ma visivamente in posizione allineata ai binari di servizio, ad eccezione della 2 che si è ribaltata.
L'elettrotreno, a disposizione dell'Autorità giudiziaria, dovrebbe essere trasferito e custodito in alcuni capannoni del deposito di Ancona. Il sistema di sicurezza dei convogli Trenitalia che prevede lo sganciamento automatico del resto del treno al primo "sintomo" di svio" della motrice ha perfettamente funzionato,
impedendo che la tragedia assumesse proporzioni ben più drammatiche.
Dopo l'individuazione di un "difetto" dell'
attuatore dello scambio, nuovo e appena sostituito, quale possibile causa dell'uscita dai binari dell'ETR 1000,
ovvero dell'inversione dei "cablaggi" che indicano ai centri di controllo e comando da remoto la posizione del deviatoio, sarebbe stato accertato che il "pezzo" incriminato farebbe parte di un lotto di 11 elementi gemelli forniti dalla casa costruttrice. Uno di essi sarebbe stato installato lo scorso 7 dicembre sulla Roma-Napoli AV nei pressi di Anagni, senza dare tuttavia alcun "segno di malfunzionamento".
La domanda è quindi: scambio Livagra, caso isolato?E così,
ai nomi dei cinque dipendenti di Rete Ferroviaria Italiana della "squadretta" di Piacenza al lavoro in quelle primissime ore del mattino che hanno preceduto il deragliamento, si è aggiunto quello dell'AD di Alstom ferroviaria,
appunto la casa costruttrice che avrebbe prodotto gli scambi, sembra, in una struttura di Firenze. Sembrerebbe, intanto, che anche altri nomi siano stati aggiunti alla lista degli indagati.
Inquirenti, investigatori e tecnici sono pure
impegnati nello studio dei regolamenti di RFI riguardo le procedure di manutenzione. Al centro dell'attenzione la circostanza se almeno uno dei tecnici che prima delle 5 del mattino del 6 febbraio, a sostituzione dello scambio ultimata,
prima di terminare il turno abbia percorso a piedi sulla massicciata i 350 metri di distanza per "accertarsi visivamente" della reale posizione del deviatoio e se tale "incombenza" fosse esplicitamente prevista dal regolamento. Buon senso a parte.